Mentre Mosca chiude il gas all’Ue, in Ucraina si fa sempre più calda la situazione di Zaporizhzhia. Il rischio di un incidente nucleare devastante nella centrale ucraina occupata dai russi non è stato mitigato dall’arrivo degli ispettori Aiea e ora Erdogan ha messo sul piatto l’offerta di una possibile mediazione tra Mosca e Kiev. L’ultima linea principale della centrale è stata scollegata dalla rete, ma, scrive in una nota l’Agenzia Onu per l’energia atomica dalla sua sede di Vienna, “l’impianto sta continuando a fornire energia attraverso una rete di riserva”.

Intanto la centrale ha smesso di rifornire di elettricità i territori controllati dall’Ucraina e la colpa, accusa l’amministrazione filorussa di Enerhodar, è di un presunto attacco ucraino. Anche il ministero della Difesa di Mosca ha accusato Kiev di aver tentato un attacco alla centrale, poco prima della mezzanotte di venerdì quando “oltre 250 unità delle forze speciali di Kiev e quelle mercenarie straniere hanno tentato un assalto anfibio sulla costa nei pressi di Energodar e Dneproprudny”. I russi hanno fatto entrare in azione i caccia e gli elicotteri, “che hanno distrutto 20 imbarcazioni su 42”, una cinquantina i militari uccisi.

Mentre tra Ucraina e Russia continuano le accuse incrociate, nella giornata di sabato 3 settembre è stato Recep Tayyp Erdogan ha aperto la strada al dialogo in una conversazione telefonica con Vladimir Putin, sottolineando che la Turchia è pronta a fare da mediatore per il braccio di ferro sulla centrale: “La Turchia può assumere un ruolo da facilitatore sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, come è stato fatto per l’accordo sul grano”, recita un comunicato della presidenza turca. I due “hanno fatto il punto sulla situazione in Ucraina” e soprattutto sugli accordi bilaterali, in particolare quello per la costruzione della prima centrale atomica turca, quella di Akkuyu, che per Ankara è “il simbolo della cooperazione con la Russia”. A Mosca le agenzie di stampa hanno sorvolato sull’offerta di mediazione enfatizzando invece i complimenti turchi per “il ruolo costruttivo” della Russia nell’organizzazione della missione degli ispettori dell’Aiea.

Anche Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, è intervenuto sulla difficile situazione della centrale, sottolineando di aver parlato con il capo dell’Aiea, Rafael Grossi, a seguito della visita degli ispettori nucleari delle Nazioni Unite all’impianto, assicurando il pieno supporto Ue alla missione. “Il loro coraggio e la loro professionalità nel portare a termine la prima missione alla centrale è impressionante – ha scritto su twitter -. La Russia ha messo in pericolo il mondo. Garantire la sicurezza nucleare è fondamentale: è necessaria la presenza continua dell’Aiea presso l’impianto”.

Intanto sul piano strettamente militare sono diverse le città finite nel mirino degli attacchi. Violenti raid russi sono stati segnalati nella regione di Chernihiv, da parte delle autorità ucraine. Il capo dell’amministrazione militare regionale ha riferito di “più di 50 esplosioni nel villaggio di Mykhalchyna Sloboda”, ma al momento non sono state segnalate vittime tra i civili. A causa dei bombardamenti, gli edifici residenziali e commerciali hanno però subito dei danni. Sotto attacco anche Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia, temporaneamente occupata dai russi, dove sono state udite esplosioni nell’aeroporto, stando al sindaco Ivan Fedorov. Mentre a Mykolaiv, già teatro di diversi attacchi, è morto un bambino di otto anni. Da inizio guerra, fa sapere il Procuratore generale ucraino, sono oltre 380 i bimbi uccisi negli attacchi.

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