Concordo con quanto afferma Tuttoscuola, che da 40 anni cura l’informazione educativa italiana con il suo ricco sito online e con la sua rivista cartacea mensile. I programmi sulla scuola di ogni partito rischiano di essere un libro dei sogni, non solo in queste elezioni ma da sempre. Secondo le stime dello studio sono necessari tra i 12 e i 15 miliardi di euro all’anno per mantenere tutte le promesse, una cifra a cui ci siamo avvicinati solo durante gli stanziamenti del governo Conte II che ha affrontato la pandemia da Covid-19, scegliendo di rilanciare gli investimenti nella scuola. Nel 2020 si avvicinammo alla spesa di 9 miliardi di euro, riducendo le classi pollaio a sole 9000 unità grazie ad organico aggiuntivo e interventi di edilizia scolastica ad hoc. Caduto quel governo il problema delle classi sovraffollate è andato in soffitta con Draghi e le scuole sono tornate ad avere circa 14mila classi sovraffollate, secondo le stesse stime della rivista Tuttoscuola.

Il M5S e Giuseppe Conte hanno già dimostrato con i fatti, prima di qualsiasi programma elettorale, che la volontà è stata di aumentare le risorse nella scuola finché il lavoro non è stato interrotto dal governo Draghi. L’impegno economico è tuttavia più cospicuo e necessita di una vera rivoluzione delle regole europee del patto di stabilità. È qui che Tuttoscuola e le altre testate che si occupano di istruzione troveranno la vera novità nel programma integrale, in via di pubblicazione, che ho redatto insieme ai membri del comitato Istruzione e cultura costituito da Giuseppe Conte.

In generale, è la spesa per l’educazione che in Italia resta ridicola. Secondo i dati di Eurostat siamo il Paese europeo che, in percentuale rispetto alla propria spesa pubblica, investe appena l’8% in educazione posizionandosi all’ultimo posto in classifica in Europa. Una vera contraddizione per un Paese che ha ricevuto i maggiori fondi per un programma di Ripresa e Resilienza. Sebbene per i fondi del Pnrr abbiamo stabilito una percentuale rilevante per il comparto, questi fondi, se non accompagnati da finanziamenti in conto capitale nazionali e strutturali, rischiano di cadere nel vuoto. Quindi, per incidere realmente nella spesa dell’istruzione sul Pil, il futuro governo dovrà lottare per ottenere all’interno della riforma del patto di stabilità quella flessibilità di spesa in conto corrente per l’istruzione. Parliamo di spesa ordinaria che serve per aumentare gli stipendi e il personale necessario a sdoppiare le classi troppo affollate, ridurre le reggenze dei dirigenti e aumentare il personale Ata con l’aumento del numero di classi. Temi ampiamente sviluppati nel programma integrale del M5S.

Il comitato Istruzione e cultura del M5S vuole istituire una dote educativa in sinergia con i patti di comunità educanti, varati durante il Conte II, destinata principalmente alle scuole di quartiere e di periferia che, più di tutte, devono garantire servizi educativi e culturali personalizzati per la fascia di alunni svantaggiati per contrastare la dispersione scolastica. Il tutto in stretta collaborazione con gli uffici delle politiche sociali degli enti locali. Le comunità educanti possono diventare una misura strutturale di contrasto alla povertà educativa e culturale, con esperienze dirette di outdoor, con le discipline sportive, le competenze artistico-creative, educazione civica e professionale. Per promuovere la cultura del benessere scolastico il M5S vuole creare equipe di psicologi, educatori e pedagogisti a scuola che, dismettendo la loro funzione a sportello, diventeranno figure strutturali a supporto della comunità scolastica, in un momento storico dove i problemi individuali di depressione, violenza, di relazione si sono acuiti.

Con i 2,2 miliardi del Pnrr e i fondi del RePower EU il comitato Istruzione e cultura ha proposto la costituzione di Comunità energetiche, sfruttando gli oltre 8000 tetti degli istituti scolastici e ciò non può che incidere in una nuova didattica e formazione diffusa sui temi della transizione ecologica. Abbiamo previsto il tempo prolungato come offerta standard su tutto il territorio nazionale, investimento in mense ed educazione alimentare, con l’aumento di laboratori che utilizzino materiale didattico innovativo, frutto delle esperienze pedagogiche più avanzate secondo la carta di avanguardie educative di Indire.

Ci impegniamo con la massima determinazione a potenziare il tempo pieno in tutto il territorio nazionale, amplificando l’offerta outdoor ed esponenziale pomeridiana e rendendo gratuito l’intero percorso scolastico (da 0 a 18 anni) per gli studenti provenienti da famiglie con redditi medio-bassi. Le strutture scolastiche, universitarie e altri spazi pubblici e privati vanno messi al servizio di un’offerta di lifelong learning con finalità di reskill e upskill, a partire dalle ore 17.00. Il tutto con finalità culturali e sportive da svolgere nel tempo libero per tutte le fasce di età. Tutto questo sarà possibile se nel Paese si muoverà anche un movimento culturale in grado di lottare per la riforma del patto di stabilità, che chieda l’esclusione della spesa corrente per l’istruzione. Dopo le cure dimagranti imposte da Berlusconi, Tremonti e Gelmini, ce lo meritiamo.

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