“Siamo sull’orlo di una guerra con Russia e Cina su questioni che abbiamo in parte creato, senza alcuna idea di come andrà a finire o a cosa dovrebbe portare”. A dichiararlo, in un’intervista al Wall Street Journal, è stato l’ex segretario di stato americano, Henry Kissinger, per il quale gli Stati Uniti “non dovrebbero accelerare le tensioni ma creare opzioni”. “Come coniugare la nostra capacità militare con i nostri obiettivi strategici e come metterli in relazione con i nostri scopi morali: è un problema irrisolto”, ha affermato Kissinger per il quale la moderna diplomazia statunitense è “molto sensibile all’emozione del momento”.

“Penso che il periodo in corso abbia grandi difficoltà a definire una direzione. È molto sensibile all’emozione del momento”. La leadership statunitense, ha proseguito, è concentrata sulla condanna delle idee con cui non è d’accordo, invece di fermarsi a negoziare e affrontare il pensiero degli avversari. Ha anche messo in guardia contro quella che considera come una progressiva perdita di equilibrio mentre le tensioni tra gli Stati Uniti e le altre potenze mondiali, Russia e Cina, aumentano.

La riflessione dell’ex capo della diplomazia americana arriva a poco più di dieci giorni dalla visita della speaker della Camera americana, Nancy Pelosi, a Taiwan che ha scatenato l’ira di Pechino. Subito dopo il viaggio di Pelosi a Taipei, la Cina ha avviato delle esercitazioni militari attorno all‘isola che si sono concluse solo qualche giorno fa. Oggi una delegazione del Congresso americano ha iniziato una due giorni nella capitale taiwanese per discutere dei rapporti bilaterali WashingtonTaipei. Nel frattempo le forze militari di Pechino proseguono nel pattugliamento dell’aerea.

Sul fronte della guerra in Ucraina, continua a destare preoccupazione la situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia che è stata nei giorni scorsi bersaglio di bombardamenti, mentre Kiev e Mosca si accusano vicendevolmente degli attacchi. Il Cremlino chiede all’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, di non rinviare la visita dei suoi rappresentanti all’impianto e di farlo entro fine agosto o settembre, come ha affermato il rappresentante permanente della Russia presso le Organizzazioni internazionali a Vienna, Mikhail Ulyanov, in un’intervista alla Tass. «Ma non tutto dipende da noi», ha aggiunto il diplomatico. Uno scontro fra Russia e Ucraina che passa anche attraverso la diffusione di fake news e un continuo rimpallo di responsabilità, come nel caso del presunto bombardamento della prigione di Olenivka che, come ha dimostrato dalla Cnn, non sarebbe stata attaccata dagli ucraini- come fatto credere da Mosca- ma la sua struttura sarebbe stata danneggiata dalle fiamme di un incendio che si è propagato all’interno di uno dei compound. Una situazione incandescente, dunque, che neanche le affilate armi della diplomazia americana riescono a gestire.

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Taiwan, dopo Nancy Pelosi, nuova visita di delegati del Congresso americano. Pechino continua il pattugliamento attorno all’isola

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