“Non possiamo permetterci il lusso di sprecare neanche un chilowattora”, ha ripetuto più volte la ministra della Transizione Ecologica, Teresa Ribera, in una conferenza stampa questo lunedì. Per far fronte alla crisi energetica, il consiglio dei ministri spagnolo ha approvato un pacchetto di misure urgenti per favorire il risparmio energetico. Il decreto, pubblicato questo martedì nel Boletín Oficial del Estado (la Gazzetta Ufficiale spagnola), limita l’utilizzo dell’aria condizionata in estate e del riscaldamento in inverno, così come l’illuminazione notturna di edifici e locali non in uso. Si tratta della prima parte di un piano nazionale che verrà completato e annunciato a settembre e che rimarrà in vigore fino a novembre 2023. La ministra considera “imprescindibile” l’adozione di queste misure prima del ritorno dalla pausa estiva. “La situazione è critica, ci potrebbe essere un taglio della fornitura del gas russo in qualsiasi momento”, ha affermato.

Limiti all’aria condizionata e al riscaldamento – Per evitare il dispendio energetico, il nuovo piano obbliga edifici amministrativi, spazi commerciali e culturali, grandi magazzini, hotel, cinema, stazioni dei treni, di autobus e aeroporti a limitare l’utilizzo dell’aria condizionata a un minimo di 27 gradi e del riscaldamento a un massimo di 19 (la misura è stata adottata anche in Italia, ma solo per gli uffici pubblici). Le attività commerciali dovranno dotarsi di termometri a vista per permettere a clienti e controllori di verificare il rispetto della norma approvata. Inoltre, si concede tempo ai negozi (fino al 30 settembre) per adottare un sistema di chiusura automatica delle porte ed evitare la dispersione energetica. Le inadempienze verranno sanzionate. La ministra ha anche annunciato che si intensificheranno i controlli su caldaie, impianti termici e di climatizzazione. “In questo modo vi è un risparmio in bolletta e nei consumi. L’Istituto per la diversificazione e il risparmio energetico stima che un grado meno nel termostato possa farci risparmiare fino al 7% del nostro consumo energetico”, ha spiegato Ribera.

Le luci delle vetrine si spengono – Un’altra misura riguarda l’illuminazione notturna di vetrine, monumenti ed edifici pubblici non in attività, che si spegnerà ogni giorno alle 22. Le attività commerciali e le amministrazioni competenti hanno una settimana per adattarsi. C’è però chi si oppone a questa misura. La presidente madrilena, Isabel Díaz Ayuso, lo ha annunciato in un tweet: “La comunità di Madrid non applicherà questa misura. Madrid non si spegne. Questo genera insicurezza e spaventa il turismo e il consumo. Provoca oscurità, povertà, tristezza, mentre il governo nasconde la domanda: che risparmio applicherà a se stesso?”.

Durante la conferenza stampa Ribera ha precisato che queste misure non interesseranno l’illuminazione pubblica e che riguardano solo gli edifici. Inoltre la ministra ha ricordato, quasi anticipando l’attacco dell’opposizione, che a maggio è stato adottato un piano di razionalizzazione delle spese energetiche da parte dell’Amministrazione Generale dello Stato, che includeva il controllo delle temperature, l’ottimizzazione degli spazi di lavoro, l’installazione di pannelli fotovoltaici per favorire l’autoconsumo. Queste misure vengono ora ampliate alle comunità e ai comuni, oltre che al settore privato.

Smartworking e nuovi aiuti – Anche lo smartworking è una delle soluzioni consigliate dal governo per far fronte alla crisi energetica. Concentrare gli orari in presenza aiuterebbe a ottimizzare il consumo termico degli edifici e il lavoro da casa limiterebbe gli spostamenti quando non strettamente necessari. Ribera ha poi annunciato una modifica straordinaria per permettere all’amministrazione pubblica di assegnare sulla base dell’urgenza contratti che favoriscano l’efficienza energetica degli edifici pubblici e l’installazione di sistemi di autoconsumo, per i quali ridurrà anche gli ostacoli burocratici. Vengono introdotte anche delle misure per favorire l’elettrificazione e l’energia verde. Inoltre, il governo offrirà nuovi aiuti pubblici – 100 milioni di euro – per la riqualificazione degli edifici del settore terziario in ottica di risparmio energetico. Inoltre, si amplierà di altri 100 milioni il programma di efficienza energetica dell’industria e delle piccole e medie imprese, già vigente dal 2019.

Questo primo pacchetto di misure viene adottato dopo la decisione della Commissione Europea che prevede il taglio volontario del 15% il consumo di gas (che diventerà obbligatorio in caso di crisi) per i paesi dell’Unione. Spagna e Portogallo (come l’Italia per altri motivi) a fronte delle loro scarse interconnessioni con il resto dei paesi limiteranno la riduzione al 7%. Si tratta di una nuova concessione all’eccezione iberica, che ha già permesso alla penisola di porre un tetto al prezzo del gas per la produzione di elettricità e ridurre così il costo della bolletta. “È il momento di dimostrare la nostra capacità di reazione di fronte al ricatto, mettendo in luce che qualsiasi ricatto, qualsiasi aggressione a un partner europeo è un’aggressione a tutti. L’Europa ha bisogno del nostro aiuto”, ha detto la ministra.

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