Mentre la politica si concentra su collegi e alleanze in vista del voto, arrivare a fine mese diventa sempre più difficile per i lavoratori alle prese con salari quasi al palo e inflazione galoppante. A luglio, nonostante il rallentamento dei prezzi dell’energia, l’onda lunga dell’aumento dei prezzi continua a far sentire i propri effetti su tutte le altre merci. A partire da alimentari e beni per la cura della casa e della persona. Dalle rilevazioni dell’Istat emerge che, a fronte di un indice generale dei prezzi in salita del 7,9% (contro l’8% di giugno) il cosiddetto carrello della spesa è rincarato ben del 9,1%, dal +8,2 del mese prima. E’ il record dal settembre 1984. A livello europeo non va meglio: Eurostat stima la crescita dell’inflazione su base annua nell’eurozona all’8,9%, dopo il +8,6% di giugno, con aumenti del 39,7% per l’energia e del 9,8% per cibo, alcol e tabacco. In compenso il prodotto interno lordo italiano nel secondo trimestre ha tenuto, nonostante la guerra in Ucraina: l’istituto di statistica stima un +1%, in accelerazione dopo il +0,1% dei primi tre mesi.

Per alimentari e bevande +10% – Se rallentano i prezzi dei beni energetici (la crescita passa da +48,7% di giugno a +42,9%) e decelerano quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,% a +4,6%), spiega l’Istat, dall’altra parte accelerano i prezzi dei beni alimentari lavorati (da +8,1% a +9,6%), dei servizi relativi ai trasporti (da +7,2% a +8,9%), dei beni non durevoli (da +2,9% a +3,6%), di quelli durevoli (da +2,8% a +3,3%) e dei servizi vari (da +1,1% a +1,6%). Il segnale più preoccupante è che l’“inflazione di fondo”, cioè quella al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +3,8% a +4,1% e quella al netto dei soli beni energetici da +4,2% a +4,7%. La tabella con il dettaglio su alcune categorie di prodotti mostra che alimentari e bevande analcoliche hanno visto i prezzi impennarsi del 10% rispetto al luglio 2021 mentre i trasporti sono rincarati del 13,9%. Per la voce Abitazione, acqua, elettricità e combustibili si rileva un aumento del 24,7%.

Consumatori: “Aggravi fino a 2.600 euro a famiglia” – Secondo Federconsumatori a fronte di questi aumenti le famiglie dovranno fare i conti con un aggravio di 2.354 euro annui, di cui 509,60 solo per la spesa alimentare ed è “indispensabile adottare misure di sostegno dei redditi operando, da un lato, una riforma delle aliquote IVA e delle accise e oneri generali di sistema in bolletta, dall’altro, una riduzione del cuneo fiscale sulle retribuzioni, insieme ad un potenziamento degli interventi sociali, dall’ampliamento delle soglie Isee di accesso alle prestazioni fino all’incremento del loro valore economico”, chiede il presidente Michele Carrus. Per l’Unione nazionale consumatori una coppia con due figli rischia “una stangata complessiva pari a 2.630 euro su base annua” di cui 769 “solo per la spesa obbligata dei prodotti alimentari e bevande”. E i 14,3 miliardi del prossimo decreto aiuti bis “vanno destinati a frenare l’inflazione galoppante, altrimenti qualunque altro intervento, come l’anticipazione di 3 mesi della rivalutazione delle pensioni, è destinato ad essere bruciato dal rialzo dei prezzi e dalla riduzione del potere d’acquisto delle famiglie”.

“E’ una catastrofe il rincaro dei prodotti alimentari e del carrello della spesa che dissanguerà definitivamente la casalinga di Voghera che va tutti i giorni al mercato e le famiglie più in difficoltà”, commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Coldiretti rileva che al picco dei prezzi degli alimentari contribuiscono sia la siccità che riduce i raccolti sia l’aumento della dipendenza alimentare dall’estero: nel 2022 le importazioni di prodotti agroalimentari dell’estero, dal grano per il pane al mais per l’alimentazione degli animali, sono cresciute in valore di quasi un terzo (+29%). Federdistribuzione, che riunisce le catene dei supermercati, chiede a sua volta interventi per “continuare a sostenere in modo concreto e con tutte le azioni possibili le imprese e il potere d’acquisto delle famiglie, in particolare quelle delle fasce a reddito basso e con figli” a fronte dei rincari dei beni di largo consumo “su cui impattano diverse esternalità negative, tra cui gli aumenti dei beni energetici e delle materie prime, oltre agli effetti pesanti della siccità, che gravano in maniera significativa sulle filiere agroalimentari italiane”.

Pil a +1% nel secondo trimestre – Nonostante la galoppata dei prezzi, l’Istat stima per il secondo trimestre dell’anno un rialzo del pil dell’1% che riflette un calo dell’agricoltura e una crescita sia nell’industria sia nei servizi. Il dato è migliore rispetto alla media dell’area euro, in cui nel secondo trimestre del 2022 il Pil è salito dello 0,7% con la Germania in stagnazione (+0%) e la Francia a +0,5%. La crescita acquisita per il 2022 è pari al 3,4%. Tutti gli osservatori del resto sono convinti che il rallentamento si vedrà l’anno prossimo, quando per l’area euro non è escluso il rischio di recessione. Il Tesoro commenta che “il notevole incremento del Pil nel secondo trimestre si è verificato in un contesto di grande difficoltà per via della guerra in Ucraina, dell’impennata dei prezzi internazionali dell’energia e dei prodotti alimentari e del rialzo dei tassi di interesse a livello globale”. L’ulteriore rafforzamento dell’attività nel settore dei servizi, ricorda il ministero, “è stato favorito dall’eliminazione della gran parte delle misure restrittive legate al Covid-19. L’industria ha beneficiato di un andamento nel complesso favorevole sia del commercio internazionale che della domanda interna, anche per gli investimenti”, prosegue la nota. Le misure attuate dal governo “hanno permesso di attutire l’impatto del rialzo dei costi dell’energia sulle famiglie e sulla competitività delle imprese. Sono stati inoltre varati interventi di politica industriale, quali quelli a sostegno del settore dell’auto, e si è intensificato il dialogo con le imprese allo scopo di valorizzare gli strumenti di incentivazione agli investimenti e all’innovazione. Seppure in un contesto segnato dalle tragiche vicende in Ucraina, il clima di investimento in Italia resta positivo”.

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