Il primo crossover elettrico della Mini è “come un supereroe, con dei superpoteri”, sintetizza Stefanie Wurst, che guida il marchio britannico del gruppo Bmw. E, infatti, porta il nome di un manga giapponese, Aceman, che nei fumetti sfoggia non solo una divisa corazzata, un elmo distintivo e dei guanti esageratamente grandi. Esibito in versione prototipo a Düsseldorf, a pochi chilometri di distanza da Colonia, dove tra circa un mese verrà presentato anche al grande pubblico (23-28 agosto) nel corso dei Gamescom, la fiera riservata agl appassionati di videogiochi e computer, è stato definito come una “pietra miliare”.

È un supereroe, almeno per il costruttore, perché è il modello che anticipa il nuovo linguaggio stilistico dei veicoli a zero emissioni. Circa i superpoteri ci sarà da pazientare che vengano resi noti i dati tecnici per capire se le prestazioni sono fuori dall’ordinario.

Dal punto di vista estetico, pur restando inequivocabilmente una Mini, esibisce soluzioni inedite oltre a una nuova firma luminosa, almeno in parte potenzialmente personalizzabile attingendo ai led inseriti nel frontale, al posto della griglia. Troppo piccola per il mercato americano (appena 405 centimetri di lunghezza), la Aceman nasce su una architettura della Great Wall, il costruttore cinese con il quale il gruppo Bmw si è accordato per lo sviluppo della nuova generazione di modelli elettrici di Mini, per puntare ai mercati dell’Asia e dell’Europa. Almeno ufficialmente non è ancora dato sapere dove verrà prodotta, anche se appare piuttosto probabile che l’offensiva comincerà in Cina proprio grazie alla cooperazione con Great Wall.

Il crossover alla spina è a cinque posti, ma il marchio è evitato di divulgare il dato sul passo, così come ha tenuto per sé informazioni specifiche relative a potenza e autonomia, limitandosi a garantire il feeling di guida da go-kart, seppur a zero emissioni. In larghezza, retrovisori esterni esclusi, sfiora i 2 metri, mentre in altezza si ferma a 1,59 con i cerchi da 20”.

Il debutto sul mercato è previsto per il 2024 nel pieno della “rivoluzione” che porterà alla progressiva elettrificazione della gamma: entro il 2025 verranno rinnovate anche le altre auto, ossia la Cooper e la Countryman, che avrà anche una declinazione a zero emissioni (la piattaforma è quella della Bmw X1) e sarà di dimensioni più importanti di quella attuale.

La Mini Aceman corteggia i giovani clienti digitali, quelli della generazione Z o, almeno, i più evoluti fra quelli della generazione X di cui sono i figli. L’abitacolo è la misura di questa evoluzione con un ambiente diverso nel quale la plancia è semplice come lo era una volta, ma per ragioni diverse. La superficie può cambiare tonalità per evitare che a bordo ci si annoi, mentre gli unici elementi sporgenti sono volante e schermo circolare per l’infotainment il cui diametro utilizzabile è di 24 centimetri. I designer hanno sacrificato il monitor per la strumentazione dietro il volante per valorizzare l’head-up display, sul quale potranno venire trasferite molte più informazioni. A parte quelli al volante, gli unici pulsanti sopravvissuti all’operazione minimalistica di Mini sono i quattro piazzati sotto lo schermo centrale. Prima ancora di diventare sostenibile su strada con la totale conversione elettrica del 2030, con la Aceman Mini dimostra la propria eco-attenzione rinunciando completamente a pelle e cromo.

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