“Non li lasceremo soli”. È questa la promessa che gli operatori del Centro Italiano Aiuti all’Infanzia (Ciai) hanno fatto ai bambini e alle bambine ucraini arrivati in Italia dopo lo scoppio della guerra. Dopo aver allestito un servizio di ascolto psicologico per le famiglie, il Ciai ha organizzato dei laboratori artistico-espressivi all’interno dei campus estivi di WeMove alla scuola di via Monte Baldo di Milano in collaborazione con l’associazione Rinascita dell’Ucraina. “Sono attività terapeutiche che aiutano a elaborare i traumi subiti durante la guerra – spiega una delle mediatrici culturali Nataliya Nonyak – questi bambini hanno visto da vicino spari e bombe che esplodevano”. Esperienze che si ritrovano anche nei loro lavori. “C’è chi disegna carri armati giallo e blu o Zelenskiy” racconta la mediatrice che segue gli adolescenti. Il disegno è infatti “un linguaggio universale” spiega l’educatrice Paola Gaggiotti e lo abbiamo usato “come veicolo per le emozioni che hanno iniziato a mostrarsi”. I laboratori sono iniziati il 14 giugno e si concluderanno il 29 luglio. Il futuro? “I bambini vorrebbero tornare in Ucraina – conclude la mediatrice – perché lì hanno i papà ma anche i cani e i gatti che hanno dovuto abbandonare”.

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