Sindaci, sindacati, vescovi, rettori, infermieri, imprenditori. E pure sportivi. Al coro disperato di peana, alla lunga serie di corporazioni che si stracciano le vesti per la possibile caduta del governo Draghi, adesso si aggiunge anche lo sport italiano. E il suo capo Giovanni Malagò, che schiera il Coni dalla parte del premier. Anzi, lo ha pure chiamato, in una telefonata un po’ personale un po’ istituzionale: “Presidente, il mondo dello sport è con lei”.

Il tema è stato posto nell’ultimo consiglio Coni: anche il piccolo mondo dello sport, sempre alla ricerca di aiuti e considerazione dalla politica, è in fibrillazione per le sorti del governo. “Nei prossimi mesi si aprirebbe una fase d’incertezza se saltasse il governo, cambierebbero tante strategie”, ha spiegato Malagò. Non è un mistero che lui, dirigente dalle conoscenze trasversali, guardi con favore alle larghe intese e al governo Draghi. Molto meno a chi nel governo ha la delega allo Sport, cioè al Dipartimento e alla sottosegretaria Valentina Vezzali, vicina al leghista Giancarlo Giorgetti, tanto da scavalcarla quando riesce, passando direttamente dai suoi contatti a Palazzo Chigi.

Un ribaltone politico, l’incertezza delle urne e l’incognita di chi potrebbe prendere in mano lo sport nella prossima legislatura, spaventano il Coni, le Federazioni (alcune, non tutte), e addirittura il Cio. Anche perché in Italia fra meno di quattro anni ci saranno le Olimpiadi invernali, la partita sportiva più importante di cui il governo deve farsi garante, senza dimenticare l’eventuale candidatura agli Europei di calcio 2032 su cui si è esposta la Figc di Gabriele Gravina. “Noi non facciamo politica, ma in questo momento particolare, con la crisi economica e la guerra, le dimissioni del presidente Draghi sono viste con forte preoccupazione dalla comunità internazionale”, aggiunge Malagò.

Così si spiega anche la telefonata a Draghi. Una cortesia istituzionale, ma per nulla scontata (il Coni non chiama il premier ogni volta che un governo rischia di cadere). Avvenuta dopo l’ultimo contatto fra Malagò e Thomas Bach, grande capo dello sport mondiale, che ha in programma una doppia visita in Italia a settembre. In quell’occasione avrebbe dovuto incontrare il premier, ma chissà chi ci sarà a Palazzo Chigi. Se lo chiedono anche al Cio, dove sono molto attenti alle vicende politiche italiane, in particolare per quanto accade a Milano-Cortina in vista dei Giochi 2026. La situazione è sempre più complicata, il ritardo ormai conclamato e l’eco dell’allarme lanciato dagli enti locali è arrivato fino in Svizzera.

Giusto la settimana scorsa i governatori sono andati in ginocchio a Palazzo Chigi, implorando l’ingresso del governo nella Fondazione, per dare un cambio alla governance (attualmente guidata dall’amministratore Vincenzo Novari) e farsi carico anche della parte economica. Un intervento sembrava ormai imminente, e se lo augurava anche il Cio, ma è chiaro che se non ci fosse più un governo tutto rischierebbe di essere rinviato di mesi. Sprecando altro tempo che il Comitato non può permettersi di perdere. La svolta però non sarebbe indolore, diverse teste potrebbero saltare e forse proprio per questo c’è chi a Milano-Cortina spera nel voto anticipato. A Roma, invece, lo sport e Malagò tifano Draghi.

Twitter: @lVendemiale

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