In Germania aumentano i poveri e cresce il numero di persone che devono rivolgersi ai banchi alimentari. L’inflazione, la pandemia e le conseguenze della guerra in Ucraina hanno portato ad una crescita di circa il 50% di chi ha fatto ricorso a questi servizi di assistenza dall’inizio dell’anno, ha dichiarato Jochen Brühl, presidente dell’associazione Tafel Deutschland alla Ard. Più di due milioni di persone in povertà usufruiscono della possibilità di ritirare alimenti gratuiti; per molte famiglie sinora al limite si tratta di una prima volta. Coloro che hanno bisogno di un sostegno sono diventati così numerosi che un banco su tre deve fermare il servizio; mancano alimenti e volontari per aiutare tutti. La federazione centrale dei banchi alimentari ha condotto tra giugno e luglio un’indagine presso i 962 organismi consociati ricevendo 603 risposte: il 60% riporta un aumento delle richieste di sostegno di circa il 50% dall’inizio dell’anno, ma quasi un quarto segnala un incremento ancora più alto, tra il 50 ed il 100%. Nel 16% dei casi le richieste sono più che raddoppiate.

I banchi alimentari distribuiscono le eccedenze che ricevono in dono da distributori e fabbricanti a disoccupati, persone con scarso reddito e pensionati, ossia i gruppi di popolazione più colpiti dall’inflazione e dalla corsa dei prezzi alimentari. A costoro si aggiungono i tanti profughi provenienti dall’Ucraina. Le associazioni che gestiscono i banchi alimentari lamentano come lo Stato abbandoni queste persone al loro aiuto disinteressandosene. Jochen Brühl domanda quindi a gran voce un nuovo pacchetto di sgravi concentrato sui più poveri e la fine di elargizioni a pioggia. Il Ministro per il lavoro e gli affari sociali Hubertus Heil (Spd) si è detto pronto ad un nuovo intervento mirato sui meno abbienti e dei ceti medi. Heil ha dichiarato alla Redaktionsnetzwerk Deutschland “visto che i mezzi dello Stato non sono infiniti, bisogna procedere a sgravi mirati e non vedo altre possibilità per sostenere anche le persone con redditi alti” , che risentono meno dell’inflazione. “Solo così possiamo tenere unità la società in tempi difficili”, ha sottolineato il ministro.

Per Heil lo Stato deve investire ancora in infrastrutture, istruzione e ricerca, ma ha sottolineato che è sua intenzione elevare gli aiuti sociali Hartz-IV con il varo del nuovo reddito di cittadinanza (Bürgergeld) che ne dovrebbe prendere il posto. “Presenterò il disegno di legge quest’estate ed all’inizio dell’anno prossimo ci sarà un indubbio aumento” ha assicurato “sono deciso a migliorare il meccanismo di calcolo” ha spiegato, riconoscendo che attualmente “resta troppo indietro rispetto all’andamento dei prezzi”. Già lo scorso maggio il ministro aveva proposto che i redditi di cittadinanza aumentassero di 40 o 50 euro a persona al mese rispetto all’attuale reddito minimo garantito (Grundsicherung). E la coalizione “semaforo” ha già ottenuto l’approvazione del Parlamento all’aumento del reddito minimo per tutti a 12 euro lordi l’ora a partire dal prossimo 1° ottobre.

I partener della Fdp si dicono però contrari, “il contratto di coalizione prevede piuttosto di far sì che chi gode degli aiuti Hartz-IV fruisca maggiormente del denaro che guadagna e di fare cardine nella politica in questa legislatura di una mediazione durevole dei disoccupati a lungo termine sul mercato di lavoro”, ha affermato il portavoce per le politiche sociali Pascal Kober. Le associazioni di beneficienza al contrario chiedono aumenti almeno di 230 euro al mese e adeguamenti immediati al caro pezzi: Verena Bentele, presidentessa di VdK si augura che alle parole seguano al più presto i fatti; per Werner Hesse, amministratore della Federazione delle associazioni per il benessere sociale paritario (Paritätischen Gesamtverband), urgono aiuti immediati prima che il futuro reddito di cittadinanza minimo entri a regime, che per contrastare davvero la povertà, secondo i calcoli della federazione, dovrebbe arrivare “ad almeno 678 euro al
mese”.

Il rapporto sulla povertà presentato a fine giugno dall’Associazione per il benessere sociale paritario (Paritätische Wohlfahrtsverband) quantifica in 13,8 milioni le persone in povertà su una popolazione di 83 milioni di abitanti. Sono 600mila poveri in più di prima della pandemia e l’inflazione non può che peggiorare le cose. I senzatetto non vengono computati con esattezza, ma l’Ufficio federale di statistica ha rilevato al 31 gennaio 2022 che coloro che occupavano un posto negli alloggi di emergenza e collettivi sovvenzionati erano 178mila, quasi tanti quanti gli abitanti di Potsdam. Si trattava per circa due terzi di uomini ed un terzo di donne, il 37% più giovane di 25 anni e solo circa il 5% di 65 anni o più vecchio. Le famiglie od i single con figli erano però quasi la metà, circa il 46%. Restavano comunque al di fuori del computo non solo tutti coloro che riuscivano ad essere alloggiati da amici, familiari e conoscenti, ma anche tutti quelli che invece vivevano effettivamente per strada. Pure i rifugiati erano conteggiati solo se in possesso di un regolare attestato di asilo ed era quindi stato loro assegnato un alloggio di prima necessità. Il ministero per gli Affari sociali ha perciò commissionato uno studio per avere un quadro più rappresentativo in autunno. L’Associazione di lavoro per l’aiuto ai senzatetto (Bundesarbeitsgemeinschaft Wohnungslosenhilfe) stima che il totale sia in realtà molto più alto ed arrivi a 233 mila persone.

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