Il Covid continua ad abbattersi sul Tour de France e in particolare sulla Uae Emirates, la formazione della maglia gialla Tadej Pogacar. Lo sloveno ha già perso Vegard Laengen e George Bennett, due pedine fondamentali per tenere sotto controllo la corsa. Come se non bastasse, il due volte vincitore della Grand Boucle ha rischiato di perdere anche il suo miglior gregario in salita: Rafal Majka. Il polacco è risultato positivo, ma nonostante questo si è presentato al via dell’undicesima tappa.

Perché è ancora regolarmente in corsa? Majka ha una carica virale bassa e secondo i medici non è contagioso, perciò il protocollo del Tour gli permette di rimanere. Un caso simile è capitato anche a Bob Jungels, vincitore della nona tappa. Alla vigilia della partenza del Tour, a Copenaghen, anche al lussemburghese fu concesso il via libera vista la sua bassa carica virale.

Per attestare il corridore non è contagioso perché ha una carica virale bassa, vengono utilizzati tamponi molecolari. Le regole del Tour 2022 prevedono quindi che se il ciclista non è in grado di infettare altri individui può rimanere in corsa, dopo aver ricevuto il via libera di tre medici: squadra, Tour e Uci (l’Unione ciclistica internazionale). Per ottenere questo lasciapassare non è sufficiente essere asintomatici come accaduto al francese Guillaume Martin, che ha dovuto abbandonare il Tour perché il suo tampone è risultato “altamente contagioso“.

Nel frattempo, la Uae sta prendendo tutte le precauzioni del caso e ha isolato il polacco dal resto dei compagni. Mauro Gianetti, team-principal della formazione emira, precedentemente aveva già deciso di far dormire i corridori in stanze singole e di aumentare la sanificazione dei luoghi visitati da quest’ultimi.

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