Mentre prosegue la protesta dei tassisti, riuniti a Roma in via del Corso e in sciopero nel resto d’Italia, prosegue l’esame in commissione Attività produttive della Camera del ddl concorrenza. Ma il nodo della liberalizzazione del settore taxi, contenuto nell’articolo 10 e al centro della protesta, non è ancora stato affrontato. Secondo quanto apprende l’Ansa da fonti parlamentari, si starebbe lavorando a una riformulazione dell’articolo, in modo da trovare una sintesi tra le diverse sensibilità. Poco dopo le ore 15 un manifestante al microfono ha annunciato che i lavori della commissione sono stati sospesi: “Alle 15,30 ci sarà un incontro dei nostri rappresentanti sindacali e poi ancora un altro”.

Le organizzazioni sindacali dei tassisti in una lettera aperta chiedono che “il governo stralci l’articolo 10 del ddl concorrenza e apra subito un tavolo di confronto con tutti gli attori interessati”. Il documento, ripercorrendo le tappe della causa avviata contro Uber Black nel 2016 per concorrenza sleale, aggiunge: “Alla luce di quanto già accaduto e in funzione di ciò che ulteriormente emerge dall’inchiesta Uber Files, gli operatori del comparto taxi non sono assolutamente disposti ad accettare che le regole del loro lavoro vengano riscritte attraverso una delega che non comporta un loro coinvolgimento diretto e dell’intero Parlamento“.

Intanto in via del Corso, dove al momento risultano circa 300 manifestanti, sono stati esplosi petardi e accesi fumogeni, con la polizia che fronteggia i tassisti tenendoli a distanza da Palazzo Chigi. Slogan contro l’esecutivo, il presidente del Consiglio Mario Draghi, ma soprattutto contro Uber. Una rappresentanza sindacale è stata ricevuta da una delegazione di deputati e senatori di Forza Italia in via del Vicario, presenti tra gli altri Maurizio Gasparri e il capogruppo alla Camera Paolo Barelli. “I rappresentanti di Forza Italia hanno condiviso che in questo momento non ci sono le condizioni per proseguire con la modifica dell’articolo 10”, ha spiegato all’Adnkronos Claudio Severgnini, di Tam. Anche una delegazione del Pd incontrerà i rappresentanti dei tassisti in protesta a Roma e forse ci sarà un incontro anche con il M5s. Le destre, da Fratelli d’Italia alla Lega, sono già schierati con i tassisti. Matteo Salvini ha dichiarato: “Perché accanirsi su 40mila tassisti in un momento economico e sociale come questo? Perché infilare 40mila lavoratori in un decreto senza nessuna motivazione? Non vorrei che ci fosse la ‘manina’ di qualche multinazionale straniera anche dietro questo intervento normativo perché i tassisti sono anche un presidio di legalità, oltre a svolgere una funzione economica”.

Anche i tre principali sindacati, Cigl, Cisl e Uil, prendono le difese dei tassisti. “La nostra posizione va sia dalla possibilità di stralciare l’articolo 10″ del disegno di legge concorrenza per “trovare una soluzione dei problemi“, ma anche verso la possibilità di dover fare i conti con “tutta l’evoluzione che nel settore c’è, sul terreno dell’innovazione digitale“, ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini. Anche il leader Cisl, Luigi Sbarra, chiede al governo di “discutere e dialogare con le rappresentanze dei tassisti dei lavoratori per giungere a soluzioni equilibrate e condivise”. “Questo braccio di ferro non serve a nessuno, ci sono ancora i tempi per ragionare anche nella prospettiva di trovare un giusto equilibrio”, ha aggiunto. Sulla stessa linea il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri: “Bisogna riscrivere l’articolo 10. E’ necessario identificare chi fa che cosa, Ncc, taxi… ed è necessario definire con più esattezza ruoli e funzioni”. “Noi siamo sempre per le manifestazioni pacifiche”, ha poi evidenziato.

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