Da giorni lo scienziato statunitense Eric Topol su Twitter avverte sui rischi di Omicron 5 allertando chi legge sulla sua pericolosità e sulla velocità di diffusione a livello globale. In un tweet Topol, fondatore e direttore dello Scripps Research Translational Institute, ha linkato un suo ampio e secondo intervento sulla “variante BA.5” che “ha una maggiore evasione immunitaria rispetto alle altre sotto varianti di Omicron” come è possibile facilmente comprendere analizzando anche solo i dati ufficiali dei nuovi contagi. Ed è per questo che in un contributo sul Washington Post l’esperto l’ha definita la variante più pericolosa mai vista. Proprio “a causa della sua gravità dell’evasione immunitaria e della trasmissibilità rispetto a qualsiasi precedente variante di Sars Cov 2”.

Ma l’analisi dello studioso – che cita uno studio del Kirby Institutein Australia pubblicato su MedRxiv e quindi non sottoposto a revisione – va oltre nella considerazione che “la capacità infettiva di BA.5 è più simile a Delta che alla precedente famiglia di varianti Omicron. Questa relazione è degna di nota perché estende la nota proprietà di fuga immunitaria di BA.5 (che ha dimostrato di essere meno reattivo agli anticorpi monoclonali Evusheld rispetto alle precedenti varianti Omicron) anche a una maggiore infettività”. Ed è per questo ipotizza lo scienziato che servono periodi molto lunghi per arrivare a un test negativo al Covid dopo l’infezione, anche superiori a 10 giorni. L’ho definita la variante peggiore che abbiamo visto finora per la sua gravità di evasione immunitaria e trasmissibilità rispetto a qualsiasi variante precedente della Sars-CoV-2″.

Insomma quel termine Deltracon usato “prematuramente molti mesi fa durante la pandemia” potrebbe più facilmente essere attribuito a Omicron 5. Topol specifica però di definire questa variante la peggiore “non perché provochi una malattia più grave, il che è ancora poco chiaro ma possibile data la sua caratteristica di infettività simile a quella Delta”. Un dato, quest’ultimo, anche di difficile interpretazione visto che “il nostro sistema immunitario fa una grande differenza nel modo in cui percepiamo la malattia indotta da ogni variante successiva”. Quello a cui assistiamo in molti Paesi europei e negli Stati Uniti è “un modello di aumento dei ricoveri per BA.5, ancora in crescita, ma per lo più ben al di sotto di quanto osservato nelle ondate precedenti. La buona notizia è che, in generale, i ricoveri in terapia intensiva e i decessi sono disaccoppiati, cioè non aumentano tanto quanto l’aumento dei ricoveri“.

Lo studio su MedRxiv

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