Quella grande foglia verde non riesce a coprire l’artificiale scenario che da lontano, dalle montagne che si affacciano sulla valle del Platani, si vede guardando il borgo di Sutera, tra le province di Caltanissetta e Agrigento, quest’anno già candidato a divenire borgo più bello d’Italia. Tra le piccole case dove si svolge il presepe e il santuario di Monte Paolino quell’ascensore verde, costato 2 milioni di euro e mai entrato in funzione rappresenta un colpo al cuore per tutti gli abitanti del posto.

Un’opera odiata che però non smette di essere al centro di interessi e sprechi: l’ultimo finanziamento è quello di 76mila euro che arriverà dalla Regione, per gli interventi di messa in opera definitiva dell’ascensore di Monte San Paolino. L’annuncio è arrivato dal coordinatore di Forza Italia di Sutera, Onofrio Magro, che ringrazia dell’interessamento l’onorevole Mancuso, per scrivere un altro capitolo della vicenda dell’ascensore della montagna. Pensato nei primi anni Duemila, il progetto dell’ascensore lungo una quarantina di metri per scalare la montagna rocciosa viene realizzato nel 2012 con un brillante verde pastello che fa a pugni con il resto della roccia scarna. Tutto questo con varianti che hanno aggiunto alla spesa di un milione e duecento mila euro iniziali altri 800mila euro.

Una giostra inutile che la Sovrintendenza di Caltanissetta aveva cercato, invano, di bloccare. Uno spreco di denaro per il quale adesso arriva un altro finanziamento che dovrebbe portare, forse, alla messa in funzione. Nel paese che conta poco più di mille anime, quella struttura non è ben vista soprattutto dagli ambientalisti che criticano il nuovo finanziamento: «Si tratta di un’opera pubblica illusoria, surreale, ma già costata più due milioni di euro, soldi della Comunità europea», spiega Leandro Janni, presidente regionale Italia nostra Sicilia. «Illusoria perché, visti i costi di gestione e le difficoltà di funzionamento, non si è trovato – aggiunge – nessun privato disposto a farsene carico. E neanche l’Amministrazione comunale ha i soldi per farlo. Noi di Italia Nostra siamo sempre stati contrari alla realizzazione dell’ascensore meccanico “con foglia”, sia per motivi di sicurezza, sia per motivi legati alla salvaguardia paesaggistica e simbolica dei luoghi». I costi di gestione, infatti, sono molto esosi e nessuno, specialmente il Comune o men che meno un privato, potrebbe sostenere una spesa simile. Quello che Italia nostra definisce un progetto sbagliato vedrà, quindi, dei nuovi interventi che dovrebbero portare al tanto atteso (dieci anni) collaudo. Sul caso, nel 2015, era stata presentata anche una interrogazione al Parlamento europeo che poneva l’attenzione, oltre all’ “abuso di finanziamenti europei”, anche a una inchiesta avviata dalla Procura di Caltanissetta, secondo la quale l’ascensore farebbe parte delle opere in mano a persone appartenenti a cosche mafiose del nisseno. Oggi quel colosso verde, che non ha fatto arrivare in cima neanche una persona, continua a far arrivare soldi.

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