Sono stati rintracciati e salvati sei dei 19 dispersi sulla Marmolada, travolti dal distacco di un pezzo di ghiacciaio che domenica è collassato verso valle travolgendo diverse cordate di escursionisti che stavano risalendo la vetta, o scendendo dopo esserci arrivati, attraverso la via normale. Un ‘fiume’ di neve, roccia e ghiaccio che ha percorso fino a 700 metri di montagna raggiungendo i 300 chilometri orari di velocità e trascinando qualunque cosa incontrasse lungo il suo cammino. Le vittime accertate sono sette, tra cui due guide alpine venete: in tre sono stati identificati formalmente. Si tratta di Filippo Bari, 27 anni, di Malo (Vicenza), Tommaso Carollo di Thiene, altro comune del vicentino, e Paolo Dani, 52 anni, di Valdagno di Vicenza. I feriti sono otto, due dei quali in gravi condizioni. Sono 13 invece le persone che mancano ancora all’appello, un numero ricostruito approssimativamente attraverso il numero delle automobili ancora presenti nel parcheggio e le segnalazioni dei parenti. Per identificare le vittime sono previsti accertamenti attraverso il Dna: si incroceranno i dati genetici dei resti ritrovati con quelli dei familiari e dei parenti che via via si stanno mettendo in contatto con i soccorritori anche attraverso il numero verde che è stato istituito.

Dei 13 ancora dispersi, dieci sono di nazionalità italiana e tre di nazionalità ceca. Secondo quanto si apprende è ormai “ridotta a zero” la possibilità di trovare sopravvissuti. Con le condizioni meteorologiche che rendono difficili le operazioni sul versante trentino della regina delle Dolomiti, la ricerca dei dispersi è andata avanti attraverso i droni. L’evolversi del meteo sarà determinante per valutare l’intervento diretto dei soccorritori: il freddo e le basse temperature sono fondamentali per garantire un minimo di sicurezza alle operazioni, visto che sulla montagna è rimasto un’enorme quantità di ghiaccio pericolante. Intorno alle 14, a causa di un temporale, i soccorsi sono stati sospesi per poi riprendere poco dopo le 17: temendo il crollo di un’altra parte del ghiacciaio, si è preferito non procedere per non mettere a rischio gli operatori. Una parte consistente del ghiacciaio è infatti ancora attaccata alla montagna. Un elicottero della Guardia di finanza dotato di sistema “Ismi catcher“, capace di intercettare i segnali dei cellulari accesi anche se sepolti sotto la neve, si è alzato in volo su passo Fedaia, a pochissima distanza dal luogo della tragedia della Marmolada: l’elicottero, in grado di codificare e leggere i codici Imei dei cellulari, sta effettuando sorvoli alla ricerca di eventuali segnali utili per localizzare i dispersi.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi si è recato in visita a Canazei (arrivando con tre ore di ritardo a causa del maltempo) e ha incontrato le famiglie delle vittime: “Il governo deve riflettere su quanto accaduto e prendere provvedimenti perché abbia una bassissima probabilità di succedere ancora e anzi venga evitato”, ha detto. “Voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato in questo giorno e mezzo, ringraziare tutti per la loro generosità, professionalità e coraggio perché le operazioni si sono svolte e si svolgono in una situazione di grande pericolo. Questo è un dramma che certamente ha dell’imprevedibilità, ma certamente dipende dal deterioramento dell’ambiente e della situazione climatica”, sottolinea. Questa mattina il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato il Presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, e quello della Regione del Veneto, Luca Zaia, per esprimere solidarietà ai familiari delle vittime, riconoscenza ai soccorritori e vicinanza alle comunità locali.

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