L’ondata di contagi provocati da Omicron 5 e la necessità di arginare il più possibile le infezioni negli ospedali ha portato a decidere al San Giovanni di Roma far indossare i pannoloni ai positivi per evitare che il virus dilaghi. Come riporta La Repubblica nella cronaca di Roma nel reparto di Neurologia al San Giovanni nelle stanze è scoppiato un mini-cluster, che ha colpito 6 persone tra pazienti e operatori sanitari. Ma la struttura non ha più posti Covid dove isolare i positivi, né riesce a trasferirli altrove, proprio perché l’incremento delle infezioni sta interessando anche i ricoveri ospedalieri. E così di necessità virtù si è deciso per sponde contenitive del letto rialzate, mascherina e pannolone, per evitare il più possibile movimenti, anche il solo alzarsi per andare nel bagno in comune.

Tanti pazienti che entrano in ospedale per altre patologie si positivizzano una volta ricoverati. Agli ospedali è stato richiesto di trovare soluzioni in autonomia, ma ogni posto per un positivo equivale a toglierne il doppio per i negativi, a fronte di personale sanitario sempre più scarno. Il San Giovanni, interpellato, fa sapere che “i pazienti positivi, ma anche quelli che si positivizzano in ospedale sono in grande aumento”, e rassicura che “il sistema a fisarmonica è in grado di assorbire i pazienti Covid”.

Ma lo tsunami Omicron 5 rischia di generare una nuova pressione sulle strutture: “I reparti Covid si stanno di nuovo riempiendo e se l’andamento dei nuovi casi continuerà ad aumentare – sottolinea all’Adnkronos Salute Claudio Mastroianni, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e ordinario di Malattie infettive all’Università Sapienza di Roma- ci sarà sicuramente una maggiore pressione sugli ospedali. Abbiamo, voglio ricordarlo, ancora 6-7 milioni di italiani non vaccinati. E infatti oggi la maggior parte di chi arriva in ospedale è non vaccinato, anziano e spesso ha altre patologie. Magari non hanno la polmonite, ma la febbre e sono disidratati, possono essere ricoverati e poi dimessi se non ci sono complicazioni. Ma l’infezione da Sars-CoV-2 e anche questo caldo possono destabilizzare e scompensare chi ha comorbidità. Dobbiamo ancora stare attenti”.

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