Mentre nell’esecutivo non mancano le fibrillazioni, in casa Pd, nel giorno della direzione del partito, si cerca di minimizzare almeno le tensioni tra il premier Draghi e il M5s, così come la denuncia pentastellata sulle pressioni per “spingere fuori dal governo il Movimento” stesso, rievocate pure dal ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli. “Bisogna lavorare insieme, il governo deve andare avanti”, taglia corto la capogruppo al Senato Stefania Malpezzi. Dall’alleato dem non arriva alcuna sponda: “Spinta contro il M5s? Non la vedo, Draghi ha smentito il caso, bisogna tenere i nervi saldi. Legittimo promuovere le proprie istanze, lo fa anche il M5s, ma noi dobbiamo andare avanti”, rivendica invece il deputato Antonio Misiani.
Tutto mentre è scontro invece con la Lega di Matteo Salvini sullo Ius Scholae, altro fronte aperto dentro l’esecutivo. “Materia parlamentare, il governo non c’entra“, è il mantra ripetuto in casa Pd, dal segretario Letta fino alla stessa capogruppo Malpezzi e alla vicepresidente di Palazzo Madama, Anna Rossomando. “Sbagliammo cinque anni fa a non mettere la fiducia, questa volta dobbiamo andare avanti, fino in fondo, sia alla Camera che al Senato”, rivendica pure Matteo Orfini.
“Dobbiamo approvare la legge, anche perché il Paese è più avanti”, concorda Rossomando. “Non siamo noi a mettere in fibrillazione l’esecutivo, ma Salvini. Sono i leghisti a votare contro l’esecutivo in Aula”, concludono in casa dem, ricordando “il voto sugli emendamenti da parte della Lega contro le proposte del proprio ministro Garavaglia” e pure il comportamento tenuto in Aula sulla riforma del Csm.
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