Alla fine a guidare Sciacca sarà a sorpresa Fabio Termine, il giovanissimo candidato sostenuto dal Pd e dal M5s che è arrivato al ballottaggio per un soffio. E solo grazie ad un errore corretto la notte stessa dello spoglio del primo turno. Batte Ignazio Messina, candidato di Italia dei Valori e sostenuto da cinque liste civiche, di cui una, Onda, fa capo al consigliere regionale della Lega, Carmelo Pullara, alleatosi al secondo turno con Fratelli d’Italia. Una differenza di 1284 voti assegna quindi al ballottaggio la vittoria al centrosinistra, con un clamoroso recupero sull’ex deputato di Idv, che era già stato sindaco nella città in provincia di Agrigento negli anni ’90. Al primo turno Messina aveva preso 8.617 voti, arrivando a 8.728 per il ballottaggio. Termine, invece, partiva da 8.019 preferenze, arrivando a 10.014.

Un secondo turno che ha rischiato seriamente di non esserci. La vittoria al primo turno di Messina era stata infatti dichiarata e pubblicata nei siti ufficiali della Regione il giorno dello spoglio. Per un soffio il candidato del centrodestra aveva superato il 40 per cento. Così almeno pareva. Un vero colpo di scena ha però riaperto completamente la partita. Messina, infatti, non aveva superato la soglia del 40 per cento che in Sicilia basta per vincere al primo turno. Gli erano stati attribuiti 38 voti (20 per Mangiacavallo e 18 per Termine) per un errore: “La correzione è avvenuta su indicazione dell’Ufficio elettorale”, sottolinea il presidente della sezione in cui è avvenuto il clamoroso errore, Amindore Ambrosetti, figlio di Alfredo, dirigente regionale, ex direttore reggente del parco delle Madonie, impegnato in queste elezioni proprio a favore di Messina. Alla pag 43, divenuta il nodo centrale di un vero e proprio giallo, i numeri giusti sono contornati da rettangoli, sopra i quali appaiono i numeri corretti.

Una correzione come tante se non che questa in particolare stava per cambiare completamente le sorti dell’elezione. È stato, infatti, il ricorso degli avvocati Calogero Marino e Girolamo Rubino presentato la notte stessa a ribaltare il risultato. I 38 voti assegnati a Messina erano frutto di un errore: erano 18 di Termine e 20 di Matteo Mangiacavallo, candidato di Attivia Sicilia (il movimento formato dagli ex Cinquestelle) e appoggiato anche da Fratelli d’Italia. Questo è quanto ha accertato il magistrato a capo dell’ufficio elettorale che ha corretto tutto e dichiarato il ballottaggio. Ne sarebbero bastati 29 a Messina per vincere al primo turno, ma nessuno di quei 38 era suo. Nel frattempo, nelle due settimane di campagna elettorale extra, il candidato di Idv, già sostenuto dalla Lega, ha stretto un’alleanza con Fratelli d’Italia. Apparentamento che non è bastato per vincere. E il candidato di M5s e Pd esce vittorioso da questa curiosa sfida: “Non ce lo aspettavamo prima ma negli ultimi giorni si era capito che l’atmosfera era questa, siamo molto contenti, certo”, dice lui.

Laureato in giurisprudenza, Fabio Termine a 32 anni è il giovanissimo neo sindaco della città nota per il suo Carnevale. Ed esultano i Cinquestelle: “”Felicissimi che i cittadini di Sciacca abbiano scelto di eleggere Fabio Termine come sindaco- Per noi, e per il Movimento 5 Stelle, è stato un onore sostenerlo e sarà un piacere continuare a farlo”, commentano insieme il referente siciliano del M5s Nuccio Di Paola e il consigliere regionale Giovanni Di Caro. E Di Paola fa un bilancio: “Nei dieci comuni al di sopra dei 15 mila abitanti in cui si è votato nessuno degli uscenti era del M5s. Siamo contenti che uno dei neo sindaci sia un candidato fortemente voluto dal Movimento”. Fallisce, invece, l’elezione a Scicli della candidata renziana. Nella cittadina in provincia di Ragusa, famosa per essere diventata lcation della serie sul commissario Montalbano, si è consumata una sfida con un’importante impronta femminile, visto che la candidata Caterina Riccotti aveva designato come vice sindaca Marianna Buscema. Due donne che correvano per la guida di Scicli, una sfida insolita, infine persa contro Marco Marino, sostenuto da liste civiche di centrodestra, per una differenza di 158 voti. Il centrodestra vince anche a Palagonia, dove il sindaco uscente, Salvo Astuti, sostenuto da liste civiche che facevano capo alla Lega e al movimento di Nello Musumeci, Diventerà bellissima, è stato riconfermato con il 59,2 per cento. Si è infine sbloccatolo lo stallo a Villafranca Sicula, dove i due candidati avevano ottenuto al primo turno gli stessi voti: 481 sia l’uno che l’altro. Al secondo turno, invece, Gaetano Brucculeri è riuscito ad ottenere ben 7 voti in più del suo sfidante, Domenico Balsamo.

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