Se si pensa al Mondiale di nuoto, è difficile non avere negli occhi l’immagine di Andrea Fuentes, ex campionessa di nuoto sincronizzato, che si butta vestita per salvare Anita Alvarez. Fuentes ha raccontato quei momenti al Corriere della Sera: “È successo quello che capita in molti sport, nel ciclismo, nelle maratone, li vedete anche nelle finali olimpiche, mentre corrono bum!, di colpo cadono privi di sensi. Solo che loro sono sulla terra. Loro possono respirare, Anita non poteva. Ed era sola in piscina. Ma se chiede a tutte le squadre qua, ciascuna ha una storia così da raccontare”. Momenti di grande pathos, momenti sui quali ora si può sdrammatizzare ma che restano nella mente: “Il nostro è uno sport molto duro, fai movimenti veloci, il cuore accelera i battiti, non respiri perché sei in apnea. Il nostro lavoro di sportivi è incontrare il limite, vuoi capire cosa può riuscire a fare il tuo corpo. E a volte scopri che ci sei arrivato. Anita è andata a sbatterci contro”. Lei, Andrea Fuentes, ha capito subito la gravità di quanto stava vedendo, perché “Anita stava andando verso il basso”. Così l’ha portata su: “I medici le hanno controllato il cuore, la pressione, la saturazione, il livello di glucosio ed era tutto a posto. Lei però era ancora stordita. Poi le hanno premuto molto forte il mignolo. È una manovra che induce il rilascio di adrenalina, finalmente ha urlato “Aaaaaah”. Era il segnale che stava bene

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