Un milione di abitanti in poco più di 15 mila chilometri quadrati. Da un lato il mar Baltico, dall’altro i confini con due paesi dell’Unione europea e membri della Nato: Polonia e Lituania. Kaliningrad è un’exclave russa, un territorio appartenente alla Federazione ma totalmente staccato dallo stesso, siamo a oltre 400 chilometri di distanza dai confini della “madrepatria”. E nonostante altrettanto distante sia l’Ucraina i venti di guerra a Kaliningrad soffiano con grande intensità.

La mossa lituana – La scintilla è stata la mossa a sorpresa della Lituania di applicare le sanzioni europee e bloccare molti treni merci che dalla Russia raggiungono l’exclave. Una decisione di certo non irrilevante, considerando il potere di fuoco dell’Oblast’ di Kaliningrad: un vero e proprio avamposto militare nel cuore dell’Europa, con un arsenale missilistico tra i più potenti dell’intera Federazione russa. I sistemi missilistici balistici ipersonici sarebbero in grado di colpire almeno sette capitali europee: dai Paesi baltici, fino Berlino. E se la presenza di testate nucleari non è mai stata ufficializzata, questa viene data per certa dagli 007 occidentali. Ecco perché la crisi di Kaliningrad aumenta il rischio di estensione incontrollata del conflitto tra Mosca e Occidente. Nella serata del 21 giugno, poi, le restrizioni sono state aumentate ulteriormente, con la Lituania che ha imposto lo stop anche alle merci trasportate via terra.

L’assalto ai supermercati – La decisione di Vilnius, presa in occasione dell’anniversario dell’occupazione sovietica dei Paesi baltici, come prima conseguenza pratica ha causato l’assalto ai supermercati da parte degli abitanti dell’exclave nonostante la rassicurazione lituana che le misure restrittive riguardano circa il 50% dei prodotti trasportati dalla Russia verso Kaliningrad colpiti dall’embargo Ue (come acciaio e apparecchiature elettroniche). Immediate le dure reazioni del Cremlino che ha definito “ostile” e “provocatoria” la decisione delle autorità di Vilnius, annunciando che se la misura non sarà revocata la Russia adotterà “azioni volte alla difesa dei propri interessi“. Avvertimento lanciato dal ministero degli Esteri di Mosca, che ha convocato l’incaricata d’affari dell’ambasciata lituana e anche il capo della delegazione Ue a Mosca, Markus Ederer.

“Situazione molto seria” – E le precisazioni lituane non bastano a placare la rabbia russa. La decisione di Vilnius, ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, è “senza precedenti”, e soprattutto “illegale” perché violerebbe un recente accordo tra Russia e Ue. Pertanto la situazione “è molto seria” e Mosca studierà approfonditamente le contromisure. La flotta russa del Mar Baltico – che proprio a Kaliningrad ha il suo quartier generale – ha annunciato che terrà presto nuove manovre militari nella regione, con l’impiego di sistemi di lancio multiplo di razzi Grad e Uragan.

“Seguiranno conseguenze” – A rincarare la dose la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, che si rivolge direttamente alla Lituania: “Dovrebbero essere consapevoli delle conseguenze e purtroppo seguiranno conseguenze”. Dichiarazioni rilasciate al canale tv Solovyov Live e rilanciate dall’agenzia russa Tass. Zakharova ha parlato di “passi inammissibili”, minacciando una “risposta adeguata“. Se la Russia considera come “apertamente ostili” le decisioni di altri Paesi, non ci saranno tentativi di trovare una “formula” per calmare la situazione. E mentre l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, ha tenuto a precisare che “la Lituania non ha preso alcuna restrizione nazionale unilaterale” ma sta solo “applicando le sanzioni dell’Unione europea”, il segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev vola nella regione di Kaliningrad per studiare le contromosse, a partire dalla necessità di “garantire il funzionamento ininterrotto del sistema energetico” dell’exclave.

Il trasporto merci via mare – Su Telegram Andrei Klimov, vicecapo della commissione Esteri del Consiglio legislativo, ha sottolineato che “l’Unione Europea dovrà rimediare al blocco del transito da Kaliningrad, altrimenti la Russia avrà le mani libere per risolvere il problema del transito in un altro modo”. L’ipotesi è che Mosca possa pensare di ostacolare il trasporto delle merci nel Baltico. Su questo è esplicito il governatore di Kaliningrad, Anton Alikhanov: “Se si guarda alla mappa – ha detto – si vede che i Paesi baltici, i loro porti e il loro sistema di trasporti non possono fare a meno della Russia”.

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