Canizares guardava gli avversari con occhi spiritati, Dudek improvvisava balletti…Andrew Redmayne, fino a ieri anonimo 33enne estremo difensore australiano fa un po’ e un po’. E tra sguardo e balletti ha portato l’Australia ai mondiali, facendola vincere ai rigori nello spareggio contro il Perù di Gianluca Lapadula.

Redmayne ha ormai 33 anni e non una gran carriera alle spalle: ha militato solo in Australia, gioca al Sidney Fc da 5 anni e prima ancora aveva vestito le maglie di Western Sidney, Melbourne City, Brisbane Roars e del club che lo ha lanciato, il C.C. Mariners.

Neanche la sua storia con la nazionale dei Socceroos è degna di nota: la prima presenza a 30 anni, nel 2019, l’ultima ieri. Quando la sua storia con la nazionale è diventata degna di nota.
Già, perché in porta fino al 119esimo minuto c’era Matthew Ryan, portiere titolare e con tutt’altra carriera rispetto a Redmayne: in Europa dal 2013, quando è diventato titolare al Bruges, poi riserva al Valencia prima di una breve parentesi nel Genk, titolare per 4 anni al Brighton per poi passare all’Arsenal e poi alla Real Sociedad.

Ma Redmayne è uno specialista dei rigori e allora il ct Graham Arnold, intuito che la partita sarebbe finita 0 a 0, ha mandato in campo la riserva per giocarsi il tutto per tutto: e ha fatto bene.
Redmayne ha iniziato una serie di balletti e movimenti per deconcentrare gli avversari: ha prima parato un rigore ad Advincula, annullando l’errore del suo compagno Boyle, poi quello decisivo di Valera mandando l’Australia ai mondiali per la quinta volta nella sua storia. Così a 33 anni Redmayne è diventato il nuovo eroe nazionale australiano.

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