Il centrodestra unito per tentare di riconfermare l’exploit di 5 anni fa quando Alessandro Tomasi espugnò una delle roccaforti rosse della Toscana. Dall’altra parte il centrosinistra che prova la riconquista ma è monco sul suo lato più a sinistra. Pistoia torna al voto e per la corsa a guidare il Comune sono in 8, anche se i candidati principali restano tre: il sindaco Tomasi – di Fratelli d’Italia e sostenuto anche da Lega, Forza Italia e altre due liste civiche -, la candidata del centrosinistra Federica Fratoni, consigliera regionale del Pd, che ha l’appoggio anche di M5s, Psi, Italia Viva e due civiche, e Francesco Branchetti che riunisce tutta la sinistra: Europa verde, Sinistra Italiana, Sinistra Civica Ecologista, Rifondazione Comunista, Articolo Uno e alcune liste civiche.

“Abbiamo deciso di continuare quest’opera e finire quello che abbiamo iniziato” dice Tomasi. “Le sfide riguardano la gestione dei fondi che arriveranno dal Pnrr, che abbiamo già vinto e che dovranno trasformare la città e il terminare quello che abbiamo in corso sull’edilizia scolastica, nuovi asili e scuole materne”. Le parole d’ordine di Fratoni, invece, sono giovani, lavoro, turismo, ambiente.

Tra i punti di maggiore contrasto tra i due candidati rimane la questione di Vicofaro, il quartiere pistoiese di periferia, da tempo al centro di polemiche per l’opera di accoglienza nella parrocchia di don Massimo Biancalani. Durante la campagna elettorale il sindaco Tomasi ha scritto al prefetto per chiedere un intervento. Fratoni dall’altra parte parla di “una situazione molto delicata e complessa nella quale è necessario che il Comune eserciti un ruolo: sono stata più volte a visitare quella realtà e credo che si debba, insieme, con tutti gli attori, individuare una strada e mettere in campo una rete che consenta di fare un’accoglienza con numeri più sostenibili e che testimoni il fatto che Pistoia è una città solidale, prima di tutto”.

La candidata del Pd, a differenza dello scenario di cinque anni fa, oltre alle parole di fiducia espresse da Enrico Letta, ha ottenuto il supporto completo di tutto il centrosinistra e per la prima volta del Movimento 5 Stelle.

“Campo largo” quindi? No perché fuori dall’alleanza di centrosinistra è rimasta la sinistra guidata appunto da Branchetti. Quest’ultimo ha scelto di proporre un programma che punti a valorizzare il territorio, la qualità dei servizi pubblici, spronando verso una partecipazione attiva dei cittadini e promuovendo un modello di sviluppo in chiave ecologica. Sul perché a Pistoia non è stata fatta una larga coalizione di centrosinistra Branchetti afferma: “L’anno scorso siamo partiti con un confronto nell’intenzione di creare una coalizione allargata a tutto il fronte di sinistra e poi ci siamo trovati di fronte a un Pd che credo soffra di eccessiva autosufficienza e che pensa di poter stare da solo”. L’alternativa della giunta uscente di centrodestra non è meglio, per Branchetti: “Si è dimostrata incapace di indicare un progetto di sviluppo di medio periodo nell’ottica della transizione verso un nuovo modello di società in ambito urbanistico, economico, sociale e culturale per il nostro Comune”.

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Una precedente versione dell’articolo presentava alcune inesattezze. In particolare va precisato che il candidato Francesco Branchetti è sostenuto non solo da Europa Verde, ma anche da vari partiti di sinistra (Sinistra italiana, Articolo 1, Rifondazione comunista e altre forze politiche) oltre che da movimenti cittadini. Ora è online una versione corretta dell’articolo. Dell’errore ci scusiamo con i lettori e con gli interessati.

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