In testa Fratelli d’Italia e Partito democratico, stabili sopra il 20 per cento. Lega e Movimento 5 stelle sotto il 16 per cento con i risultati peggiori dall’inizio della legislatura. Sono le tendenze confermate da due distinte rilevazioni, Demos&Pi per la Repubblica e Ipsos per il Corriere della sera. Dietro e sotto il 10 per cento gli altri partiti, con un piccolo exploit segnalato dall’istituto di Nando Pagnoncelli: il +4,5% di Italexit. Per i leader la crescita più significativa è quella di Giorgia Meloni che trascina il suo partito e si piazza stabilmente in testa alle classifiche di gradimento.

I consensi per i partiti – Per Demos&Pi Fratelli d’Italia è in testa al 22,3% e con una crescita dell’1,6% rispetto ad aprile. Secondo stabile c’è il Pd al 21 per cento (-0,2). Dietro Lega al 15,6 per cento (meno 1,2 punti) e il M5s al 13,4% (meno 0,8). Sotto il dieci Forza Italia, stabile rispetto ad aprile (-0,2), all’8% dei consensi. Seguono: Azione\+Europa al 4% (+0,2); Italia viva al 2,5% (+0,3%); Europa Verde al 2,3% senza flessioni; Art.1 al 2,2 e Sinistra Italiana al 2,1 per cento. Secondo l’analisi di Ilvo Diamanti, la distanza tra la vetta contesa tra Partito democratico e Fratelli d’Italia “è la conferma che la distanza tra i cittadini e i partiti si è allargata, complice la pandemia. Mentre, parallelamente si è alzato il consenso verso i presidenti”.

Per Ipsos la situazione è simile, ma con alcune differenze rilevanti. Fratelli d’Italia e Partito democratico sono pari al 21%: il primo in crescita di 1 punto, il secondo dello 0,5. Dietro Lega al 15,1% (-1,4 per cento) e M5s al 13,7% (-1.3 per cento). Segnala Nando Pagnoncelli che, per Carroccio e 5 stelle, “si tratta del livello più basso registrato nell’intera legislatura”. Quinta c’è poi Forza Italia all’8,3% (-0,5 per cento). Ipsos nota poi il caso di Italexit di Gianluigi Paragone che è data al 4,5 per cento (+0,3 per cento rispetto ad aprile): “Attrae gli elettori delusi soprattutto della Lega e del M5s” e ambisce a crescere ancora. Dietro: Azione\+Europa (3,2%). “In un clima”, dice Pagnoncelli, “sempre più caratterizzato da una forte preoccupazione” dovuta al mix di guerra e post Covid, “la maggioranza dei cittadini esprime l’auspicio che un governo di unità nazionale” “faccia uscire il Paese dalle difficoltà”. Certo “non mancano elementi di contrarietà rispetto all’operato dell’esecutivo” specie tra le classi “meno abbienti”, “ma nella percezione comune la conflittualità politica ostacola l’azione del governo“. Cioè “dai leader ci si aspettano critiche ma non conflitti”. Tanto che, secondo Pagnoncelli, “potrebbe essere elettoralmente più premiante intestarsi i temi del Pnrr che alimentare i conflitti”.

La fiducia nei leader Demos&Pi per Repubblica ha poi misurato il gradimento dei leader, facendo il confronto con marzo scorso. Scrive Diamanti che Mario Draghi “mantiene un consenso elevato”. Il grado di fiducia è fisso al 63 per cento. “Quasi 8 italiani su 10 prevedono che il governo rimarrà in carica fino al termine della legislatura”. Dietro rimane, stabile in seconda posizione, Giuseppe Conte al 46%. Ma è raggiunto sia dal commissario Ue Paolo Gentiloni (+5) e Giorgia Meloni (+6). Crescono, in generale, tutti i leader di partito: Roberto Speranza al 43% (+5); Dario Franceschini 41% (+7); Emma Bonino al 40% (+1); Enrico Letta al 37% (+2); Luigi Di Maio al 36 (+5). Penultimo Matteo Renzi, che però cresce (dal 19 al 24). Ultimo Beppe Grillo, unico in calo dal 12 al 13%.

Ipsos sul Corriere della sera fotografa invece la crescita di Giorgia Meloni che raggiunge il primo posto in gradimento tra i leader di partito. In questo caso il confronto è fatto con l’ultima rilevazione di aprile e la leader Fdi cresce di un altro punto (da 35 a 36 per cento di giudizi positivi). Dietro Giuseppe Conte al 32, in calo (-2 per cento) e Roberto Speranza al 31 (-3%). Poi Silvio Berlusconi al 27% (-1) ed Enrico Letta stabile al 26%. Ancora: Emma Bonino al 26% (+1) e Gianluigi Paragone al 25 (+1 rispetto ad aprile e in crescita costante dall’inizio dell’anno). Dietro, senza crescite né flessioni, Matteo Salvini al 24% e Carlo Calenda al 22%. Chiude Matteo Renzi al 15%, ma in crescita di due punti. A differenza di Demos&Pi, Ipsos segnala anche un calo nel gradimento del governo: da 58 a 55 per cento per l’esecutivo e dal 61 al 58% per il presidente del Consiglio.

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