di Luca M. Esposito

Per la prima volta nella storia gli australiani hanno eletto un primo ministro che non ha un cognome anglosassone, rompendo una tradizione che durava fin dalla fondazione della Federazione nel 1900, e hanno scelto il figlio di un italiano di Barletta, Anthony Albanese, leader del partito laburista, che sabato è diventato il 31ensimo primo ministro australiano. Nel suo discorso la notte della vittoria Albanese ha detto di volere “che l’Australia continui a essere un paese che, indipendentemente da dove vivi, di che religione sei, chi ami o quale sia il tuo cognome, non pone restrizioni al tuo viaggio nella vita” e “che ogni genitore deve poter dire al proprio figlio, indipendentemente da dove vivi o da dove vieni, che in Australia le porte delle opportunità sono aperte a tutti noi”.

Cresciuto in una casa popolare a Sydney solo con sua madre, Albanese è stato infatti da sempre molto orgoglioso delle sue umili origini oltre che della sua provenienza italiana, che però è rimasta per molto tempo sullo sfondo della sua vita. Ancora ventenne, la madre di Albanese Maryanne, una ragazza australiana di origini irlandesi, conobbe infatti il padre, un giovane ragazzo di Barletta, durante un viaggio in Europa negli anni Sessanta. Rimasta incinta decise di tenere il bambino, ma siccome la relazione con il padre non durò, scelse di tornare in Australia e raccontare alla famiglia, molto cattolica, che il padre del bambino era deceduto in un grave incidente d’auto.

Per tutta la sua infanzia anche Anthony Albanese fu dunque anche lui convinto che il padre fosse morto. Solo in seguito la madre decise di dirgli la verità riguardo suo padre, ma Anthony a quel tempo aveva un altro cognome, perché la madre si era sposata e gli era stato dato il nome del patrigno. Quest’ultimo però dopo pochi anni cominciò ad avere problemi di alcolismo e Maryanne decise di mettere fine alla loro relazione, cosicché Anthony riprese il nome del padre naturale.

Inseparabili, Anthony e Maryanne continuarono a prendersi cura l’uno dell’altra, finché quando nel 2002 Maryanne morì all’età di 65 anni, Anthony si sentì libero di potersi finalmente mettere alla ricerca del suo vero padre. L’impresa non era però affatto facile, perché di lui sapeva solo il nome e il nome della nave dove lavorava come steward quando conobbe sua madre. Già politico di lungo corso, Anthony non si diede per vinto e smosse le autorità portuali di mezzo mondo, oltre che varie istituzioni diplomatiche, ma nonostante ciò per molti anni la sua ricerca andò a vuoto.

Finalmente, un giorno del 2009, l’ambasciata australiana in Italia gli comunicò che era riuscita a rintracciare l’uomo e così Anthony poté finalmente conoscere il suo vero padre e i suoi fratellastri, tutti residenti a Barletta. Con la sua famiglia italiana ha stretto nel tempo una forte relazione e anche dopo la morte di suo padre nel 2014, Anthony è rimasto molto legato alle sue origini e all’Italia, che ancora oggi porta nel cuore e dove ancora si reca spesso in vacanza.

Cosa che probabilmente potrà però fare poco nei prossimi tre anni, che si prospettano essere parecchio impegnativi visti gli obbiettivi ambiziosi del suo governo e la vittoria non certo schiacciante del partito laburista, che potrebbe quindi aver bisogno per formare il governo di stringere un accordo con verdi e indipendenti, le vere sorprese di questa tornata elettorale in Australia.

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