di Pietro Francesco Maria De Sarlo

Qualche buona notizia per il Sud arriva da Sorrento. Draghi:La storia economica del Sud nel Secondo Dopoguerra è più complessa di come raccontano questi pigri pregiudizi”. Tradotto: finalmente un presidente del Consiglio italiano ammette che sul Sud ci sono pregiudizi, più che giudizi. E le altre buone nuove? Nessuna. Già passare dalle analisi di Felice o di Ricolfi che fanno risalire le origini del divario a questioni antropologiche, alla ammissione di pregiudizi è un successo. Bisogna pur sapersi accontentare!

Da Draghi qualche altra cosuccia c’è. La visione della necessità di investire nella politica del Mediterraneo o aumentare i commerci che passano nel Mezzogiorno ma la traduzione in atti concreti manca, salvo l’investimento di 1,5 miliardi nei porti e qualche altro spicciolo qua e là. Robetta. Questo è quello che rimane de “il ponte gettato dalla natura fra il continente europeo e le coste dell’Africa e dell’Asia” di don Luigi Sturzo e “all’inconsistente miraggio di un diverso corso della nostra storia”, del meridionalista Manlio Rossi-Doria; entrambi citati da Draghi.

Il divario si misura, e in gran parte è dovuto, in una storica minore spesa pubblica corrente dello Stato che vale 4.467 euro anno in meno per ogni cittadino del Sud, isole comprese, rispetto a quelli del Centro Nord. Moltiplicando questa minore spesa per i 20,3 milioni di abitanti significa che ogni anno al Sud arrivano risorse in meno rispetto al Centro Nord per più di 90 miliardi di euro (Fonte CPT). In un solo anno quasi la metà di tutto il Pnrr! Dei 1.468 km di Alta Velocità solo 181 sono al Sud. Si passa dai 3,2 Kk di autostrade per 100 kmq del Nord Ovest agli 1,9 del Sud.

Per Draghi questi divari si possono ridurre con le risorse del Pnrr, che valgono ben 858 euro, in sei anni, in più per ogni cittadino del Sud più Isole, rispetto ai cittadini del Centro Nord. Poco più di 140 euro anno. Ridicolo! Ma, sempre per Draghi, queste risorse si sommano a quelle dei Fondi Europei che valgono ben 10 miliardi in più al Sud negli ultimi 7 anni. Ossia 1,5 miliardi anno (ben 76 euro anno in più pro capite).

Con i Fondi europei si perpetua la stortura della vecchia Cassa per il Mezzogiorno che nacque nel 1950 per volontà di De Gasperi per finanziare l’esecuzione di opere “straordinarie dirette al progresso economico e sociale dell’Italia meridionale”, per esempio per la viabilità rurale. Negli stessi al Nord non si è costruita neanche un viottolo di campagna o una piccola autostrada? Quello che non si dice mai invece è che i Fondi Comunitari, come tutti gli strombazzati fondi per il Sud, sono sempre risorse sostitutive e mai aggiuntive degli investimenti pubblici, che al Nord si sono sempre fatti con la fiscalità ordinaria.

Per Draghi: “Con il Pnrr riduciamo i divari territoriali, nei servizi … e al tempo stesso sviluppiamo al Sud una politica industriale… riformiamo la PA …”. Insomma il Pnrr è come con il paltò di Pasquale nel film ‘Miseria e nobiltà’ che avrebbe dovuto consentire l’acquisto di: “Una bottiglia di Gragnano, mozzarelle di bufala, spaghetti, salcicce …” tanto che alla fine dell’elenco di acquisti proposto da Pasquale Totò sbotta: “Ma che è il cappotto di Napoleone!”.

La verità la dice il ministro Daniele Franco: “Il ritardo del Sud non è riassorbibile con un piano di sei anni. Si richiede l’utilizzo di tutti gli strumenti disponibili, anche oltre il tempo del Pnrr” e non è neppure la verità completa. Il punto è che il Sud, come nel passato con il petrolio lucano, può diventare il produttore di utilities per il Nord. Il Sud è pieno di sole e quindi in epoca di transizione ecologica il sole del Sud può fornire energia al Nord. È questa la ragione di tanta benevolenza?

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