Luigi Di Maio chiarisce la posizione dell’Italia sulla guerra in Ucraina. Una posizione allineata a quella del presidente francese Emmanuel Macron, che continua a ripetere la necessità di non interrompere i dialoghi con la Russia e di non erigere un muro invalicabile al confine est dell’Unione europea per garantire al continente un futuro di pace. Il ministro ha ufficializzato che anche Roma punta in questa direzione nel corso di un’intervista a Mezz’ora in più, su Rai3, nella quale ha dichiarato che “bisogna sempre tenere aperto un canale con Mosca, lo ha fatto anche il segretario di Stato americano”. E ha poi aggiunto: “Tutti d’accordo nella Nato all’adesione di Svezia e Finlandia“.

Una citazione non casuale, quella che riguarda Washington. Perché proprio gli Stati Uniti, prima con Joe Biden, poi con il capo del Pentagono Lloyd Austin, hanno più volte ribadito che il loro obiettivo è quello di “indebolire la Russia al punto da impedire nuove invasioni” come quella ordinata da Vladimir Putin in Ucraina. Parole che lasciavano presagire la volontà della Casa Bianca di allungare il conflitto con l’intento di logorare Mosca, costringendola a sedersi al tavolo delle trattative da una posizione di debolezza. Il problema, dal punto di vista europeo, è che una situazione del genere può portare il capo del Cremlino a scegliere di alzare il livello dello scontro armato, magari con l’impiego di armi nucleari tattiche, oltre ad aumentare i rischi di un allargamento del conflitto che, inevitabilmente, sfocerebbe in territorio europeo e Nato.

“La Nato non deve farsi coinvolgere direttamente nella guerra, vogliamo fare in modo che vincano il negoziato e la diplomazia”, ha ripetuto Di Maio, lasciando così intendere che l’ipotesi dello scontro frontale deve essere evitata in ogni modo, anche perché sarebbe proprio l’Europa il prossimo campo di battaglia. Inoltre, come sostiene Macron, un’Europa più sicura ed economicamente più prospera non può permettersi di avere ai suoi confini una potenza come la Russia senza mantenere dei rapporti di buon vicinato, sia in campo economico che di sicurezza. E ha poi ribadito che “il tema adesso e che siamo in una fase della guerra in cui serve a livello europeo una controffensiva diplomatica. L’Europa è la forza gentile a capo della diplomazia del mondo e deve essere quell’istituzione pronta ad allargare gli sforzi diplomatici. Non possiamo più pensare che per arrivare alla pace dobbiamo affidarci a singoli Paesi”.

Intanto, la necessità da un punto di vista di approvvigionamento energetico, sostiene il ministro, è che l’Europa si unisca su un tetto massimo al prezzo del gas: “Sull’energia ci vediamo domani a Bruxelles, dove si discuterà delle sanzioni, ma la nostra priorità è il tetto massimo al prezzo del gas e l’Ue deve farlo il prima possibile, perché rischiamo che i prezzi vadano fuori controllo. Il problema non sono le forniture e le quantità, il problema è il prezzo”. E all’Onu, invece, si discuterà di altre tariffe, quelle riguardanti il grano: “Martedì e mercoledì sarò a New York con Blinken e i principali Paesi della comunità internazionale che si stanno coordinando sul tema della crisi alimentare, perché a livello di Nazioni Unite faremo una serie di iniziative per cercare di abbassare i prezzi del grano e del pane che stanno colpendo anche le famiglie italiane, ma anche Mediterraneo e Nord Africa“.

Il ministro degli Esteri italiano, nel corso dell’intervista, dà anche un’altra notizia: si è ricomposta la frattura interna alla Nato sull’adesione di Finlandia e Svezia, dopo l’apparente veto messo dalla Turchia a causa dei “rapporti dei Paesi nordici con il Pkk“. “C’è un amplissimo consenso di tutti i Paesi all’adesione di Svezia e Finlandia nella Nato, anche la Turchia è d’accordo in linea di principio, Ankara sta cercando di negoziare alcune garanzie”, ha aggiunto Di Maio.

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