Due anni fa la condanna in primo grado a 5 anni, oggi l’ex premier francese, nonché candidato repubblicano alle elezioni presidenziali del 2017, François Fillon, è stato condannato in appello a 4 anni di carcere, di cui uno senza condizionale quindi di prigione, nel processo sugli impieghi fittizi in parlamento. Condannata a due anni di carcere con la condizionale la moglie Penelope. Primo ministro durante il quinquennio dell’ex presidente Nicolas Sarkozy, Fillon è stato condannato anche a una una multa di 375.000 euro e 10 anni di ineleggibilità.

Lo scandalo degli impieghi fittizi alla moglie Penelope affondò la candidatura presidenziale di Fillon nella corsa all’Eliseo del 2017, favorendo così l’emergere e poi la definitiva vittoria dell’allora candidato di En Marche Emmanuel Macron, rieletto per un secondo mandato all’Eliseo lo scorso 24 aprile nel ballottaggio contro la candidata del Rassemblement National, Marine Le Pen. La moglie di Fillon, Penelope, si è vista infliggere due anni di carcere con la condizionale e 375.000 euro di multa. Il suo ex supplente in parlamento, Marc Joulaud, tre anni di carcere con la condizionale, con pene di ineleggibilità per entrambi tra i due e i cinque anni. Lo scandalo dei rimborsi parlamentari – che avrebbe fruttato alla famiglia oltre un milione di euro dalla fine del 1998 – era esploso sui media francesi tre mesi prima delle presidenziali del 2017, quando Fillon era il favorito nella corsa dopo avere sconfitto Nicolas Sarkozy nelle primarie della destra neogollista.

I tre imputati nel processo d’appello dovranno ora versare circa 800.000 euro di ammenda all’Assemblea Nazionale costituitasi parte civile nel processo di Parigi. La corte d’appello ha invece scagionato la coppia riguardo il primo contratto di assistente parlamentare a Penelope Fillon, tra il 1998 e il 2002 riconoscendo loro “il beneficio del dubbio”, ma non per i successivi due contratti in parlamento durati fino al 2013. Queste sanzioni per peculato e abuso di fondi pubblici sono comunque inferiori a quelle pronunciate in primo grado.

Ritiratosi dalla vita politica, l’ex premier ha annunciato a fine febbraio le dimissioni dai consiglio di amministrazione del colosso russo dell’energia Sibur e dall’azienda specializzata in idrocarburi, Zarubezhneft. In precedenza aveva attirato vive critiche per aver deplorato “il rifiuto degli occidentali” di ascoltare le rivendicazioni di Mosca riguardo la Nato nel momento in cui l’esercito russo di Vladimir Putin invadeva l’Ucraina. Giornalista mancato dopo aver fatto diversi stage alla France Presse, Fillon scelse la politica su incoraggiamento del padre e diventò il più giovane parlamentare di Francia.

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