Polemica concitata a “Piazzapulita” (La7) tra il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, e il giornalista di Repubblica, Stefano Cappellini, sulla manifestazione pacifista organizzata nei giorni scorsi da Michele Santoro, “Pace proibita”, alla quale ha partecipato anche Tarquinio.
Cappellini, a commento del servizio mandato in onda dalla trasmissione sull’evento, osserva che il nome di Putin non è mai stato pronunciato dagli oratori, suscitando il dissenso immediato di Tarquinio che insorge: “Io, ad esempio, ho pronunciato la parola Putin e, come me, molti altri. Non si può dire che non è stato nominato Putin, perché non è vero. Io c’ero”.

Cappellini chiede a Tarquinio di non interromperlo e prosegue: “Diciamo allora che nel servizio di “Piazzapulita” la parola Putin non è stata pronunciata, poi magari nella serata è stata nominata”.
“Su Youtube c’è il video integrale di due ore e mezzo”, replica Tarquinio.
“Benissimo. La parola Putin non esiste”, insiste il capo della redazione politica di Repubblica.
Tarquinio alza sconsolato le braccia e sorride. Cappellini continua: “È stata sicuramente una manifestazione pacifista rispettabile, dove però non si sarebbe dovuto dimenticare che chi ha innescato la guerra si chiama Vladimir Putin. Ma ovviamente se le tesi sono quelle che abbiamo ascoltato dalle parole di Vauro o di Moni Ovadia, che è andato anche oltre Lavrov e che io ho trovato sconcertante – conclude – io non credo che questo sia pacifismo. Credo invece che sia una lettura partigiana, e non nel senso sperabile, in cui si pensa che Ucraina e Russia siano quantomeno pari responsabili della guerra, ma evidentemente nelle parole di Moni Ovadia l’Ucraina lo è di più. Questo, insomma, è un curioso caso di pacifismo“.

Il direttore di Avvenire commenta: “Io invece trovo curioso il giornalismo che sentenzia sulle parole degli altri senza averle ascoltate. Io non l’ho mai fatto nella mia vita”.
Esplode la bagarre con Cappellini che avverte: “Io questo non ti permetto di dirlo, perché io ho ascoltato sia il servizio, sia degli spezzoni della serata”.
“Ah, gli spezzoni – ribatte Tarquinio – Io trovo tutto questo indecoroso. Bisogna smetterla di accusare di filoputinismo coloro i quali sono per la pace. Bisogna farla finita, perché si è fatto anche di peggio sui social. Io quella sera non ho sentito niente di filoputiniano. Sappiamo tutti come si è arrivati a questa guerra, che è al 2955mo giorno. È cominciata il 20 febbraio 2014 e il 24 febbraio 2022 è entrata in un una nuova fase per l’attacco aperto della Russia. Ma questa guerra dura da 2955 giorni e io sono il direttore di uno dei giornali che ha li ha raccontati quasi tutti, come per le altre guerre. Il punto è che in Italia e in Europa, così come in Russia, c’è un popolo crescente che è stanco delle guerre”.

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