Il partygate non è andato giù gli elettori e i risultati delle elezioni amministrative in Gran Bretagna potrebbe esserne una prova. Soprattutto a Londra dove i Tory sono usciti sconfitti. “Un duro colpo” per Boris Johnson (oggi in visita in una scuola, ndr) che parla però anche di “un risultato misto”, riferendosi ad altre città inglesi. A oltre metà dello scrutinio del voto amministrativo locale il premier, in visita nel suo collegio elettorale di Uxbridge, ammette che per i conservatori è stata “una nottata dura in talune parti” dell’Inghilterra. Ma parla anche di un aumento di consensi “alquanto notevole in altre zone” tradizionalmente ostili ai conservatori.

Johnson comunque ridimensiona la sconfitta complessiva al risultato di una elezione parziale di medio termine a bassa affluenza e insiste – incalzato dai giornalisti sull’ipotesi di sue dimissioni ventilata di nuovo nella ultime ore da qualche deputato Tory scontento – che il governo nazionale “è determinato ad andare avanti” per aiutare i britannici a uscire dai “contraccolpi economici” della pandemia da Covid e ad affrontare il caro vita frutto in particolare dall’impennata mondiale dei “costi dell’energia”.

Dal fronte delle opposizioni, il leader laburista Keir Starmer celebra da parte sua l’avanzata del Labour a Londra – con la conquista o la riconquista dei Municipi circoscrizionali tradizionalmente Tory di Westminster (nel cuore della capitale), di Barnet (a forte presenza ebraica) e di Wandsworth (già roccaforte di Margaret Thatcher) – glissando sui progressi più limitati in altre zone. E parla di “un messaggio recapitato dagli elettori a Johnson” per dire che “il Paese ha diritto ad avere di meglio” al governo. Mentre il liberaldemocratico Ed Davey esulta per il rilancio del suo partito (sia in feudi Tory, sia in competizione col Labour), evocando “un momento di svolta” per il Regno. In Inghilterra, dove è stata rinnovata circa la metà di Comuni e Circoscrizioni, il partito del premier fa registrare la perdita finora di circa un terzo delle amministrazioni controllate dal 2018 e in proiezione di 200-300 seggi consiliari su quasi 2000 conquistati alle precedenti elezioni: non pochi, e tuttavia meno delle previsioni peggiori della vigilia.

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