A distanza di poco tempo dal caso del senatore Petrocelli che il 25 aprile scorso augurò “una buona festa della LiberaZione”, la lettera simbolo dell’esercito russo e dell’invasione dell’Ucraina è tornata a far parlare di sé. Questa volta la polemica è scoppiata dopo che la sezione romana Monti Prenestini-Casilina ‘Aldo Bernardini’ del Partito comunista italiano – in vista della ‘Festa della vittoria dell’Unione sovietica contro il nazifascismo‘ a Zagarolo (Roma) – ha utilizzato un manifesto in cui la ‘Z‘ del piccolo comune alle porte della capitale è la stessa delle unità militari russe.

Stando a quanto riportato sul volantino, l’evento previsto per l’8 maggio prevede la visita al Cimitero di Palestrina al Sacrario dei Partigiani Sovietici sui Monti Prenestini. Dopodiché, i partecipanti saranno invitato a intervenire in un dibattito a tema, “onorando la Grande Guerra Patriottica dell’Unione Sovietica che ha portato alla Liberazione d’Europa dalla Bestia Fascista“.

Gli organizzatori, intervistati da Repubblica, negano ogni associazione: “La festa l’abbiamo organizzata anche l’anno scorso. Nessuna provocazione. Commemoriamo i caduti sovietici nella zona dei Monti Prenestini”. La lettera, molto simile a quella tristemente nota, rappresenta invece “il nastro di San Giorgio, un nastro commemorativo. C’è sempre stato”.

Stando a quanto affermato, la festa è finalizzata a ribadire concetti legati alla tradizione politica del Pci, tanto più “in un mondo in cui vige una narrazione unica – si legge nella nota su Facebook – nella quale vengono riabilitati opportunisticamente simboli e gesta dei Nazifascisti, con una NATO un UE che armano il Battaglione Azov Nazista e Banderista e che vede l’Italia in prima fila contro la Resistenza del Donbass e nell’invio di armi contro i loro alleati russi”.

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