Nel luglio dell’anno scorso la Cassazione aveva confermato 14 ergastoli a ex ufficiali e 007 sudamericani per gli omicidi di italiani desaparecidos. Tra loro anche Jorge Nestor Troccoli, ex comandante della Marina uruguaiana, mandato a processo dal giudice per l’udienza preliminare di Roma con l’accusa di aver sequestrato e ucciso tra il 1976 e il 1977 in Uruguay, in attuazione del Piano Condor attivo fino al 1997, la strategia messa in atto dalle giunte militari del Sudamerica per reprimere ogni forma di opposizione politica. A Troccoli viene contestato l’omicidio aggravato dalla premeditazione.

Il pubblico ministero Erminio Amelio gli contesta l’omicidio della cittadina italiana Raffaella Giuliana Filippazzi, del marito Augustin Potenza e di Elena Quinteros, militante del Partido Por la Victoria del Pueblo. La prima udienza si terrà il 14 luglio davanti alla III Corte d’assise. Nel procedimento sono state ammesse come parte civile la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Repubblica dell’Uruguay e i familiari delle vittime. Troccoli, che da alcuni anni si era trasferito a vivere in Italia, è attualmente detenuto nel carcere di Carinola, in provincia di Caserta, proprio in seguito al verdetto di un anno fa.

Secondo la ricostruzione dell’accusa le vittime furono sequestrate a Montevideo il 27 maggio del 1977 mentre si trovavano all’hotel Hermitage. Dopo la cattura furono consegnati all’unità S2 Fusna, i fucilieri di Marina guidati da Troccoli. La coppia fu affidata ad “agenti della repressione del dittatore del Paraguay, Stroessner, nell’ambito del Piano Condor” e trasferita con un volo ad Assuncion e poi uccisi. I loro resti sono stati trovati nel marzo del 2013 proprio nella capitale paraguayana. Elena Quinteros, secondo chi ha indagato, fu inizialmente sequestrata il 24 giugno del 1976 e successivamente portata in un centro di detenzione clandestino. La donna riuscì a fuggire ma venne fermata dopo quattro giorni all’interno dell’ambasciata di Montevideo, dove stava cercando di mettersi in salvo. La donna venne torturata ed uccisa, così come emerge dall’archivio del Fusna. Il suo corpo non è stato mai ritrovato.

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