Nella stampa di questi giorni domina il discorso del Papa, il quale si astiene da emettere giudizi sulle responsabilità dell’immane disastro che stiamo vivendo e nota soltanto che aggredire un popolo libero dissolve la civiltà. Egli pone in evidenza che la guerra provoca lo strazio insopportabile delle torture, delle uccisioni in massa e degli affetti propri dei bambini che restano orfani invocando invano i nomi dei loro genitori. È un obbrobrio di fronte al quale si può rispondere solo con tre parole: “fermate la guerra“.

Egli ha sottolineato che sta facendo ogni cosa possibile sul piano diplomatico: ha incontrato di persona l’ambasciatore russo, ha mandato un suo Cardinale a parlare con Zelensky, ha scritto tempo fa una lettera a Putin per un incontro, mentre solo la mattina di mercoledì Putin si è detto disposto ad accettare tale incontro. Il tutto dall’esito molto incerto. Secondo il Papa il pericolo di una guerra nucleare è reale, poiché guerra chiama guerra.

Egli ha condannato soprattutto la fabbricazione di armi e ha molto lodato i lavoratori del porto di Genova che si sono rifiutati di caricare sulla nave armi dirette in Yemen, affermando in coro: “Noi non inviamo armi per uccidere bambini”. Ha anche parlato di un incontro andato a vuoto con il Patriarca ortodosso Kirill che sarebbe dovuto avvenire il 14 giugno a Gerusalemme e spera in ulteriori incontri.

Anche Draghi ha esposto a Strasburgo il suo punto di vista sulla funzione dell’Europa, ribadendo la necessità di un’Europa federale, di un esercito comune e di una unificazione del debito, ma ha mantenuto ferma l’appartenenza alla Nato e la sua incrollabile fede nel neoliberismo, dando la certezza che egli non vuol rendersi conto che alla base di tutto c’è l’errato presupposto del pensiero unico dominante neoliberista secondo il quale, detto in parole povere, il più forte mangia il più debole. Ma egli è un banchiere e questi aspetti poco lo riguardano. Quello che preoccupa maggiormente, peraltro, è il suo intendimento di mandare armi in Ucraina e la sua piena sottomissione (che implica la sottomissione di tutti i cittadini italiani) ai voleri guerrafondai di Biden.

A me non resta che ricordare l’articolo 54 della Costituzione, secondo il quale: “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore” dopo aver giurato fedeltà alla Costituzione. E che la stessa Costituzione ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Desidero anche aggiungere che il sistema economico neoliberista che si è instaurato è stato praticamente realizzato con le micidiali privatizzazioni dei beni del Demanio pubblico e con le deprecabili concessioni dei servizi pubblici essenziali, violando apertamente la “proprietà pubblica” del Popolo, di cui all’articolo 42 della Costituzione, primo comma, primo alinea, implicando peraltro la piena responsabilità dei governi che hanno operato queste nefaste azioni, come sancisce l’articolo 28 della Costituzione, secondo il quale: “i funzionari e i dipendenti (e cioè anche i ministri e il Presidente del Consiglio dei ministri) dello Stato e degli Enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione dei diritti”. Dei diritti del Popolo e di ogni singolo cittadino.

TRUMP POWER

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