Il discorso del cancelliere tedesco Olaf Scholz sull’Ucraina è stato accolto con “grande delusione e amarezza” a Kiev. L’ambasciatore ucraino in Germania, Andrij Melnyk, ha riaperto lo scontro con Berlino, dopo il gelo calato tra i due Paesi una settimana fa per il rifiuto di Volodymyr Zelensky di ricevere il presidente federale tedesco Frank-Walter Steinmeier. Questa volta la “grande delusione” di Kiev è dovuta al no del cancelliere all’invio di armi pesanti. La spiegazione ufficiale, ribadita dall’esercito tedesco, è che le capacità di export sono esaurite. Le parole di Scholz, però, hanno diviso l’opinione pubblica tedesca e spaccato la maggioranza. Tra i delusi non ci sono solo l’ Ucraina e il suo ambasciatore, ma anche i partner di coalizione della Spd: Verdi e Fdp, che invece si erano spesi per l’invio di armi pesanti a Kiev. All’interno del partito socialdemocratico invece c’è chi difende il cancelliere. L’ex presidente Spd Sigmar Gabriel, che è stato ministro degli Esteri nel governo Merkel, ha giustificato il no di Scholz, sottolineando il rischio che Vladimir Putin possa replicare “con l’uso di armi nucleari tattiche“. Gabriel però si è preso i titoli di giornale per un altro motivo: dopo la sua intervista alla Deutschlandfunk di mercoledì mattina, è stato visto ad Hannover a casa dell’ex cancelliera Gerhard Schröder, amico di Putin e lobbista di Gazprom.

Lo scontro Kiev-Berlino – Nel suo discorso di martedì, Scholz non ha affrontato chiaramente la questione dell’invio di armi pesanti direttamente dalla Germania, argomento su cui la politica tedesca discute da giorni. Ha ripetuto più volte che ogni decisione è condivisa con i partner Ue e Nato e che “iniziative solitarie della Germania” sarebbero sbagliate. In quanto alle possibilità di export direttamente dalle forze armate tedesche, Scholz ha detto che bisogna riconoscere che non ci sono invece più possibilità. Per l’esercito tedesco, quindi, è impossibile al momento mandare le proprie armi pesanti in Ucraina: “Non avremmo più la possibilità di reagire alle contingenze e questo indebolirebbe notevolmente la nostra capacità di difesa“, ha detto l’ispettore generale Markus Laubenthal, numero 2 della Bundeswehr, intervenendo stamattina alla tv pubblica tedesca Zdf. Secondo l’ambasciatore ucraino Melnyk, l’esercito della Germania potrebbe invece fornire a Kiev una parte non utilizzata dei suoi veicoli e dei suoi obici.

“La Germania sta facendo tantissimo per l’Ucraina”, ha commentato l’ambasciatore tedesco in Italia, Viktor Elbling, durante un Forum Ansa. “Abbiamo fornito armi importanti, per chi conosce la storia tedesca è stata una svolta molto importante, abbiamo fornito direttamente degli stinger e altri equipaggiamenti all’Ucraina e altre armi”. Elbling ha affrontato anche l’altro tema che inasprisce i rapporti tra Berlino e Kiev, così come il dibattito interno in Germania: il no all’embargo di petrolio e gas russo. “Non possiamo uscire da questa relativa dipendenza dal gas russo dall’oggi al domani, sia la Germania che l’Italia, sarebbe molto dannoso, ma sono sicuro che già quest’anno faremo un passo importante per ridurre sensibilmente questa dipendenza, e nei prossimi anni vogliamo ridurre questa dipendenza a zero“, ha detto l’ambasciatore tedesco in Italia.

Il rischio nucleare – “Putin ha minacciato Scholz di una guerra nucleare?”: è la domanda che si è posto il vicedirettore del quotidiano Die Welt, Robin Alexander, nel suo editoriale pubblicato all’indomani del discorso del cancelliere. Il giornalista tedesco si è chiesto cosa ci sia davvero dietro le “nuove giustificazioni” per non inviare armi pesanti. E ha preteso un chiarimento. Ad avanzare l’ipotesi del rischio di una guerra atomica è stato anche l’ex ministro Gabriel, che nella sua intervista alla Deutschlandfunk ha difeso l’operato del suo collega di partito: “Il cancelliere opera consultandosi con la Nato e in particolare con gli Usa”, ha detto Gabriel. Che poi ha aggiunto: “Se le mie informazioni sono corrette, nemmeno gli Stati Uniti forniscono carri armati e nemmeno il Regno Unito“. A suo avviso, quindi, il motivo per cui Scholz è riluttante a inviare armi pesanti è il rischio che “Putin cerchi di respingere questi carri armati con l’uso di armi nucleari tattiche“. “Nessuno lo vuole. L’alleanza occidentale non vuole correre questo rischio e questo mi sembra essere il motivo principale”, ha proseguito Gabriel. Poi l’ex ministro degli Esteri ha spiegato: “La mia speranza è che il governo tedesco si coordini con gli Usa e anche con gli inglesi, per chiarire fino a che punto vogliamo andare e dove è la linea che non vogliamo oltrepassare. Perché qui in Europa credo che nessuno abbia interesse, nemmeno l’Ucraina, a intensificare la guerra verso l’uso di armi nucleari tattiche”.

Le argomentazioni di Gabriel, però, sono finite presto in secondo piano dopo che il quotidiano Bild ha svelato il suo incontro ad Hannover con l’ex cancelliere Gerhard Schröder, dall’inizio del conflitto al centro delle critiche in Germania per il suo rapporto di amicizia con Putin e per l’attività da lobbista svolta ormai da anni al soldo del colosso russo Gazprom, in primis nella partita per raddoppiare il gasdotto Nord Stream 2. La visita è durata circa un’ora e mezza: “Volevo chiedere a Schröder cosa è emerso dai suoi colloqui a Istanbul e Mosca sui negoziati di pace tra Ucraina e Russia”, ha spiegato Gabriel alla Bild. Come ha sottolineato il quotidiano Tagesspiegel, però, la spiegazione appare quanto meno strano, visto che l’ultimo viaggio pubblicamente noto di Schröder a Mosca risale a oltre un mese fa.

Le critiche nella maggioranza – In Germania intanto Scholz è sempre più solo, perché anche gli altri partiti della maggioranza premono per la consegna di armi pesanti, una proposta avanzata l’11 aprile scorso dai Verdi, nello specifico dalla ministra degli Esteri Annalena Baerbock. I Grünen e i liberali di Fdp su questo punto sono uniti e contrari alla linea Spd. Marie-Agnes Strack-Zimmermann (Fdp) e Anton Hofreiter (Verdi) sono andati insieme in Ucraina e ora insieme hanno attaccato il cancelliere. L’esperta di difesa della Fdp ha scritto che la Germania deve sostenere Kiev “immediatamente in tutti i modi con armi pesanti“. Il presidente della commissione per gli affari europei del Bundestag alla Zdf ha spiegato: “Stiamo rallentando le sanzioni e le consegne di armi, c’è il rischio che la guerra si protragga sempre più a lungo“. Il ragionamento di Hofreiter, infatti, è opposto a quello di Gabriel: “Più Putin si avvicina alla vittoria, maggiore è il rischio che la guerra si diffonda. Che più paesi saranno invasi e che scivoleremo di fatto in una terza guerra mondiale. Ed è per questo che dobbiamo fare tutto il possibile per sostenere l’Ucraina ora”.

Anche un altro Verde, Jan Albrecht, successore del vicecancelliere Robert Habeck al ministero dell’Ambiente dello Schleswig-Holstein, ha duramente criticato Scholz, parlando di “un goffo tentativo di far credere al pubblico che rappresenti una posizione unificata a livello europeo”. Il partito ecologista, infatti, oltre che per l’invio di armi preme per rafforzare le sanzioni a Mosca, abbandonando il gas russo e accelerando la transizione energetica. Intanto però le fratture nella coalizione di maggioranza sono sempre più evidenti e l’opposizione potrebbe provare a sfruttarle al Bundestag. L’Unione Cdu/Csu prepara un testo proprio sull’invio di armi a Kiev: se dovesse arrivare in Aula, in molti si chiedono come voterebbero Verdi e Fdp.

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