E’ un Carlos Tavares elettrizzante almeno quanto le monoposto a batteria che hanno dato vita alla tappa italiana della Formula E a Roma, quello che si è presentato proprio nella Capitale a bordo della Maserati GranTurismo Folgore (nella foto), la nuova 100% elettrica del Tridente che verrà prodotta a Mirafiori e arriverà sul mercato nel 2023. la prima di una serie di modelli che renderanno tutta elettrica entro il 2030 la gamma Maserati. Il primo marchio di lusso italiano, tra l’altro, che gareggerà in Formula E.

Il manager portoghese (nella foto sotto con Beatrice Foucher, CEO di DS Automobiles, Thomas Chevaucher, DS Performance Director and Team Principal DS TECHEETAH e Jean-marc Finot, Head of Stellantis Motorsport and DS TECHEETAH Team Principal) si è tuttavia soffermato a lungo anche sulla transizione verso l’elettrone, e sulle sue tante zone d’ombra. Specificando che i costruttori stanno proponendo modelli 100% elettrici, che tuttavia sono penalizzati sul mercato a causa delle carenze nelle infrastrutture e nella produzione di energia (soprattutto quella proveniente da fonti rinnovabili). “Abbiamo bisogno di più produzione di energia”, ha detto Tavares, “se non c’è l’elettricità non si può avere la mobilità elettrica. Abbiamo una strategia per l’energia pulita per essere pronti per il 2030?”.

Una domanda, quest’ultima, che il numero uno di Stellantis ha rivolto ai decisori europei. Fornendo per certi versi anche una risposta, dopo aver sottolineato le incertezze che stanno emergendo a livello politico sulla mobilità 100% elettrica: “Se l’Unione Europea leva il bando ai motori termici noi siamo pronti a discutere qualsiasi soluzione: parliamone. Rinnovare rapidamente il parco circolante permetterebbe di raggiungere obiettivi che sono utili per il pianeta, per le industrie, per i clienti e per la sicurezza e lo si potrebbe fare stimolando la vendita di auto di ultima generazione come ad esempio le mild hybrid che sono accessibili anche alla classe media”.

Una scelta, quest’ultima, che secondo Tavares potrebbe avere effettivi positivi in Europa e gioverebbe alla sostituzione del parco auto del vecchio continente con vetture nuove a basse emissioni agevolando la transizione e “lasciando all’industria e ai Governi il tempo necessario per risolvere i problemi esistenti, come la riduzione dei costi dei modelli elettrici, l’implementazione delle colonnine di ricarica e l’approvvigionamento di energia elettrica rinnovabile”.