Ci sono il legno, prodotti chimici e soprattutto carbone, il più inquinante dei fossili ma ancora prima fonte energetica a livello globale, nel mirino dell’Unione europea. Il giro di vite nelle sanzioni contro Mosca dovrebbe prevedere lo stop all’import dalla Russia di questi prodotti per un danno complessivo a Mosca stimato in 10 miliardi di euro. “L’energia fa parte” del quinto pacchetto di sanzioni Ue “in discussione” e in via di definizione tra gli Stati membri e la Commissione europea. Lo ha indicato il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, rispondendo a una domanda sulla presenza di misure restrittive contro il carbone e il petrolio russo.

“Con il quinto pacchetto non abbiamo finito. Stiamo lavorando a sanzioni aggiuntive che includano il petrolio e stiamo riflettendo su alcune proposte presentate dai Paesi membri come il tassare” l’import di energia dalla Russia o lo stabile “canali di pagamento specifici come dei depositi bloccati. Assumere una posizione chiara non è cruciale solo per l’Europa ma per tutto il mondo. Le atrocità commesse a Bucha e in altre aree non resteranno senza risposta, i colpevoli non resteranno impuniti”, ha affermato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. “Il quinto pacchetto di sanzioni va a colpire l’export dall’Ue alla Russia per un valore complessivo di “10 miliardi” ha continuato von der Leyen sottolineando che i divieti colpiranno prodotti innanzitutto tecnologici, diretti in “aree in cui la Russia è vulnerabile”. “Continueremo a degradare la capacità tecnologica e industriale della Russia”, ha aggiunto.

Il gas, e in larga misura il petrolio, restano per ora esclusi da qualsiasi sanzione. Ogni giorno l’Ue paga in media alla Russia quasi un miliardo di euro per carbone, gas e petrolio. L’andamento odierno del cambio dollaro/rublo, poco mosso, lascerebbe intendere che anche questo pacchetto di sanzioni Ue non sarà troppo doloroso per Mosca. Le tempistiche per l’uscita europea dal carbone russo sono peraltro ancora da definire. Al termine del vertice Ecofin dei ministri economico finanziari dell’Unione europea, ennesimo mea culpa di Berlino. “È stato un errore da parte della Germania diventare così dipendente dalle importazioni di energia dalla Russia”, ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner rinnegando la politica energetica dei precedenti governi. “La politica tedesca del passato sulla Russia deve essere messa in discussione in modo critico”, ha affermato Lindner. Il ministro dell’economia, l’ambientalista Robert Habeck, ha affermato che a questo punto la produzione tedesca di carbone dovrà temporaneamente aumentare.

“L’Italia e l’Unione Europea sostengono il popolo ucraino, in lotta per la pace e per la libertà. La Commissione europea ha appena annunciato un nuovo pacchetto dì sanzioni nei confronti di Mosca. L’Italia è pienamente allineata al resto dell’Unione Europea e appoggia con convinzione le misure restrittive presentate dalla presidente von der Leyen” ha detto poco fa il presidente del Consiglio il premier Mario Draghi. Ieri si sono sovrapposte dichiarazioni di leader europei sulle possibili estensioni dell’embargo. Il presidente francese Emmanuel Macron ha prospettato lo stop a petrolio e carbone, Germania e Austria hanno escluso un blocco dell’import di gas. Dal governo italiano è arrivata la disponibilità a valutare anche lo stop al gas, in tal senso si è espresso anche il segretario del Pd Enrico Letta. Ma le dichiarazioni via Twitter, quando i giochi erano ormai fatti e nella probabile consapevolezza che questa opzione non sarebbe stata discussa.

La Russia è il terzo produttore al mondo e il 60% del carbone che estrae finisce nell’Unione europea. L’Europa compra circa 150 milioni di tonnellate di carbone all’anno. La metà viene da Mosca. Alle quotazioni attuali, circa 200 dollari a tonnellata, lo stop completo alle importazioni significherebbe per la Russia perdere fino a 15 miliardi di euro. Poco, circa un decimo, rispetto al petrolio o al gas, ma comunque un danno significativo. Parte del carbone non venduto all’Europa potrà essere dirottato altrove, limitando l’impatto dell’embargo, ma è difficile che il paese riesca a piazzare a Cina, India etc tutto il carbone che non vende in Europa. L’India ha comunque recentemente siglato accordi con il Cremlino per aumentare le forniture.

La presidente della Commissione ha però parlato di uno stop che vale 4 miliardi di euro (ma le quotazioni sono molto cresciute negli ultimi mesi) oltre ad un divieto di accesso ai porti europei per le navi di Mosca o comunque appartenenti a compagnie russe con alcune eccezioni riguardanti il trasporto di prodotti alimentari, aiuti umanitari e energia. Sono due dei sei pilastri del quinto pacchetto di sanzioni preparato dalla Commissione Ue e illustrato dalla presidente Ursula von der Leyen. Anche per le compagnie di trasporto su strada russe e bielorusse sarà vietato l’accesso in Ue. Tra le misure ulteriori divieti all’export di prodotti verso la Russia, tra i quali i semiconduttori avanzati.

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