La ministra degli esteri britannica Liz Truss ha affermato le sanzioni imposte a individui e società russe potrebbero essere revocate o quantomeno ammorbidite qualora la Russia dovesse ritirarsi dall’Ucraina e si impegnasse a porre fine all’aggressione. Lo riporta il quotidiano britannico Telegraph. Sinora la Gran Bretagna, pur salvando le materie energetiche (è previsto un bando all’import di petrolio russo ma solo da fine 2022 e nel frattempo sono cresciute le importazioni di carbone), ha implementato una serie di misure che colpiscono principalmente la sfera finanziaria di Mosca. Del resto Londra è stata negli ultimi decenni porto di approdo di miliardi ed élite russi tanto da conquistarsi il nomignolo di “Londongrad”.

“Quello che sappiamo è che la Russia ha firmato più accordi che semplicemente non rispettano. Quindi devono esserci contromisure dure e le sanzioni lo sono”, ha detto Truss. “Queste sanzioni dovrebbero essere riconsiderate con un cessate il fuoco e un ritiro completo, ma anche con l’impegno a non perpetrare nuove aggressioni”, la ministra ha spiegato che per contro, ci sono margini per incrementare la portata e la severità delle sanzioni. Il governo britannico afferma di aver imposto sinora sanzioni a banche e soggetti finanziari russi colpendo asset per 500 miliardi di sterline (658,65 miliardi di dollari), oltre a individui che controllano patrimoni di oltre 150 miliardi di sterline.

La ministra ha anche ricordato come la crisi in corso abbia riavvicinato Londra e Bruxelles i cui rapporti erano molto tesi e deteriorati a causa delle trattatative dilla Brexit. “Uno dei punti che vorrei sottolineare è che in questa circostanza abbiamo lavorato a stretto contatto con l’Unione europea”, ha affermato aggiungendo che “ci sono alcune aree con cui abbiamo differenze con l’Ue. Ma fondamentalmente, siamo tutte nazioni democratiche, crediamo tutti nella libertà e nel diritto delle persone di scegliere i propri governi e siamo molto uniti nella lotta .

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