Continuano gli aumenti sulla rete carburanti. Secondo le rilevazioni di Quotidiano Energia “la media nazionale” del gasolio “supera di poco la benzina” posizionandosi a 2,33 euro al litro in modalità servito contro i 2,32 della benzina e 2,22 euro al self contro i 2,217 della benzina. Salgono anche Gpl e metano auto. Si conferma lo scollamento dai prezzi della materia prima: il prezzo del petrolio, dopo la corsa degli scorsi giorni, è infatti in calo, con il Brent a quota 110 dollari, -2,3%. In Sardegna gli autotrasportatori sono di nuovo in sciopero e hanno organizzato un presidio davanti al porto di Cagliari: lamentano di lavorare in perdita. Coldiretti dal canto suo lamenta che gli aumenti hanno “un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori” con il rischio di “alimentare psicosi, accaparramenti e speculazioni“.

Durante il fine settimana molte forze politiche – tanto più dopo che il ministro Roberto Cingolani ha parlato di aumenti “ingiustificati” e “truffa” – hanno chiesto al governo Draghi di intervenire sulle accise, che insieme all’Iva valgono anche più del 55% del prezzo finale. E sono state via via appesantite per coprire una lunghissima serie di emergenze che va dal conflitto in Etiopia (1936) al terremoto in Abruzzo (2011) passando per crisi di Suez (1956) e missioni Onu in Libano (1982) e Bosnia (1995). Il Pd propone invece un “assegno energia” per le famiglie in difficoltà. Vista l’uscita del ministro della Transizione, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine contro ignoti, senza indagati e senza ipotesi di reato, per “verificare le ragioni” degli aumenti ed individuare eventuali responsabili. Se Federpetroli fa sapere che “le parole pronunciate dal Ministro sono riferite, da come abbiamo ben interpretato, ad una situazione energetica che il sistema dell’Oil&Gas sta vivendo a livello internazionale e non solo all’Italia”, Assogasmetano aggiunge che “la situazione della distribuzione è drammatica: molti impianti hanno da mesi azzerato vendite e ricavi e, se non verranno messi in atto adeguati correttivi, saranno costretti a chiudere i battenti”.

Il resto della Ue si sta già muovendo. Sabato la Francia ha annunciato uno sconto di 15 centesimi al litro fino ad aprile e anche Berlino sta per annunciare un piano analogo. Il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner prepara un intervento per far in modo che il prezzo resti sotto i 2 euro al litro per i consumatori, secondo la Bild. Il tabloid scrive che chi fa benzina dovrebbe ricevere lo sconto direttamente alla pompa, mentre il governo pagherebbe la differenza. L’entità dello sconto non è ancora nota, ma si attende una riduzione del prezzo di almeno 0,20 cent a litro. L’Austria dal canto suo “eccezioni per gli Stati membri” sull’aliquota Iva minima per i carburanti. Il ministro delle Finanze austriaco, Magnus Brunner, arrivando all’Eurogruppo ha detto che la possibilità di agire sull’Iva “almeno temporaneamente” consentirebbe una “reazione flessibile” agli aumenti dei prezzi. “La sfida è a livello europeo”, ha aggiunto, spiegando che le “opzioni sul tavolo” dei ministri delle Finanze della zona euro “sono molteplici”.

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