La polizia ha arrestato il presunto assassino di Diego Damis, il 41enne barista italiano, ucciso a Chicago lo scorso 25 febbraio durante una rapina. Gli agenti hanno fermato un 18enne, Keante McShan. Secondo quanto riportato da Fox, McShan avrebbe iniziato a seguire Damis all’uscita del locale dove l’uomo lavorava come bartender. McShan ha quindi accoltellato Damis diverse volte prima di rubargli il portafoglio, il contante e le carte di credito. Una è stata usata per acquistare un pacchetto di sigarette come ha raccontato la sorella della vittima, Laura, la quale ha ricostruito l’indagine della polizia: “Mio fratello si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato”.

“Siamo stati convocati alla stazione di polizia al termine della camera ardente per Diego – ha detto Laura Damis – e lì abbiamo conosciuto i detective. Ci hanno spiegato la dinamica dell’omicidio. Nonostante Diego fosse in un posto molto ricco c’era una persona impegnata a rubare nelle auto di quella zona. Diego era distratto perché in quel momento stava giocando a scacchi al telefono con un suo amico. Si sono incrociati e visto che il ragazzo non aveva trovato nulla nelle auto è tornato indietro e ha aggredito mio fratello, accoltellandolo più volte. Gli ha preso il portafoglio e poi è scappato. Mezz’ora dopo grazie ad alcune telecamere è stato visto, grazie alle telecamere, usare la sua carta di credito per acquistare le sigarette in una stazione di servizio. Ha poi usato la sua tessera della metro”.

Secondo la ricostruzione fornita dagli investigatori americani alla famiglia di Damis, il presunto assassino è poi andato a casa e si è cambiato. “Nell’abitazione – ha spiegato Laura Damis – hanno trovato il coltello, i vestiti e il portafoglio. Così lo hanno preso. Chi ha ucciso mio fratello ha 18 anni ed è un padre. Ora resterà in prigione fino al processo”. “Siamo contenti perché lo hanno preso – ha ribadito la sorella di Diego Damis – ma la giustizia ancora non ci appartiene. Ci dovrà essere un processo ma non si sa ancora quando. È una magra consolazione… la polizia di Chicago è stata molto delicata ed efficiente, ha condiviso con noi i risultati delle indagini solo alla fine”.

“Sono contento che sia una vicenda sostanzialmente chiusa – ha detto il fratello di Diego, Andrea Damis -, anche se ora ci sarà tutto l’iter processuale. L’importante è che non bisogna più cercare il responsabile. C’è stato un grandissimo lavoro da parte della polizia di Chicago. Sono stati bravissimi e hanno lavorato oltre i loro limiti per arrivare presto a una conclusione. Ho visto professionalità e delicatezza. Non c’è più l’angoscia di sapere cosa è successo. Quella di mio fratello è una morte senza senso perché una rapina non deve necessariamente finire in un omicidio. Spero che ora sia una storia chiusa”.

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