C’è un primo strappo dentro i giganti del petrolio e del gas russo alla decisione di invadere l’Ucraina. Lukoil, che fa riferimento all’oligarca Vagit Alekperov, ha chiesto di “porre fine rapidamente” alla guerra, diventando così la prima grande compagnia nazionale ad opporsi al conflitto innescato da Mosca. “Sosteniamo una rapida fine del conflitto armato e sosteniamo pienamente la sua risoluzione attraverso un processo di negoziazione e mezzi diplomatici”, ha affermato il consiglio di amministrazione di Lukoil in una nota. Dicendosi “preoccupato per gli attuali tragici eventi in Ucraina” ed esprimendo “la sua profonda solidarietà per tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia”. Lukoil ha assicurato “di fare tutto il possibile per continuare ad operare in modo stabile in tutti i Paesi e regioni” del mondo.

Si tratta di una presa di posizione forte da parte di aziende riferibili al giro di oligarchi. La prima di una compagnia, che segue le parole di Olega Deripaska, Mikhail Fridman e Roman Abramovich. La nota di Lukoil arriva nelle stesse ore in cui, dopo un drastico calo, si sono interrotti i flussi di gas russo attraverso il gasdotto Yamal-Europa verso la Germania attraverso la Polonia. A riportarlo sono diversi media internazionali citando i dati dell’operatore del gasdotto, la società tedesca Gascade. Yamal è uno dei tre gasdotti che la società russa monopolista Gazprom utilizza per convogliare il suo gas naturale verso l’Europa. Attraverso questo gasdotto passa circa il 10% delle forniture totali provenienti dalla Russia.

Al momento gli arrivi in Italia, attraverso il valico di Tarvisio, sono regolari. Nello scorso mese di febbraio dalla Russia sono arrivarti 1,3 miliardi di metri cubi di gas naturale contro gli 1,7 miliardi giunti dall’Algeria attraverso il gasdotto Transmed che arriva a Mazara del Vallo, nel Trapanese. Oltre a quest’ultimo sono altri tre i valichi italiani che connettono la rete nazionale agli altri Paesi. A Nord-Ovest c’è Passo Gries, che tramite la Svizzera consente il traffico di gas bidirezionale con il Nord Europa, che ha consentito di esportare gas tra Natale e Capodanno a causa del ridotto fabbisogno nazionale per le temperature miti di quei giorni. Da Tarvisio (Udine) proviene il gas russo, mentre a Melendugno (Lecce) c’è l’approdo del Tap, il Gasdotto Trans-Adriatico, che trasporta il gas proveniente dall’Azerbaijan estratto nel Mar Caspio.

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