Cattolici e ortodossi russi in preghiera per la pace in Ucraina sulla tomba di san Nicola, dove anche Papa Francesco in passato si è raccolto in preghiera. Un momento importante per il dialogo ecumenico tra le due confessioni cristiane organizzato dall’arcivescovo di Bari, monsignor Giuseppe Satriano, che ha voluto accanto a sé il rettore della Chiesa ortodossa russa del capoluogo pugliese, padre Viacheslav Bachin. “Desideriamo invocare – ha spiegato il presule – il dono dello Spirito su chi, attraverso la diplomazia, è impegnato a operare per il bene comune, ma, allo stesso tempo, desideriamo vivere una forte intercessione per coloro che, drammaticamente, sono i protagonisti di questo momento storico: i civili e i soldati sul campo. Questo gesto non sia interpretato come puro irenismo, ma sia letto come presa di posizione contro ogni forma di guerra. Inoltre, le lampade poste sulla tomba di san Nicola vogliono essere segno di un impegno personale e di un’invocazione comunitaria che sale da questo lembo del Mediterraneo per attestare vicinanza a quanti si ritrovano nella paura e nella sofferenza. Il solo pensare alle possibili conseguenze che tale conflitto può innescare porta angoscia ai cuori di tutti. Pertanto auspico che il buonsenso e il dialogo prevalgano su queste ore buie”.

Monsignor Satriano ha sottolineato, inoltre, che “la drammatica escalation delle ultime ore mette ancora una volta a dura prova la vita di molte persone di questa nostra Europa, che mostra di aver smarrito memoria storica e comuni radici cristiane. Il cuore è gravido di dolore e credo che, nonostante l’apparente fallimento dei vari tentativi diplomatici messi in atto per fermare questa tragedia, sia importante non dimenticare l’appello che proprio da un vescovo di questa nostra Puglia, don Tonino Bello, fu gridato più volte: ‘In piedi, costruttori di pace!’. L’incontro di preghiera presso la tomba di san Nicola di Myra rimane un punto luminoso intorno a cui raccogliere quanti credono nella forza della preghiera come strumento capace di disarmare l’inimicizia. Quanto Cristo ha insegnato rimane per noi strada privilegiata per innervare fermenti di speranza e lucidità di coscienza”.

Il conflitto tra la Russia e l’Ucraina ha dei risvolti importanti anche nel dialogo ecumenico tra cattolici e ortodossi. Sullo sfondo resta l’ipotesi abbastanza concreta di un nuovo incontro, dopo quello del 2016 a L’Avana, tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill. Un evento che era atteso da mille anni, ovvero dal grande scisma del 1054 tra la Chiesa d’Oriente e quella d’Occidente. L’incontro tra i due leader si sarebbe potuto replicare nel 2018 proprio a Bari, città che Bergoglio ha definito “la capitale dell’unità della Chiesa”.

“San Nicola – ha affermato il sindaco del capoluogo pugliese, Antonio Decaro – è considerato il santo che unisce, una sorta di ponte tra Oriente e Occidente. La mia città ha una vocazione all’ecumenismo religioso. Cittadini di nazionalità diverse, russi, ucraini e georgiani, pregano tutti insieme sulla tomba di san Nicola. Credo sia un momento importante di preghiera, ma anche di riflessione. Il santo patrono dimostra che c’è un dialogo anche tra religioni diverse nel rispetto reciproco. Spero che questo sia un segnale nei confronti della popolazione russa che si riconosce in quelli che sono i valori e il messaggio di pace di san Nicola. Noi speravamo che Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill potessero incontrarsi di nuovo proprio a Bari, dopo Cuba, per proseguire il dialogo tra cattolici e ortodossi. Credo che dal capoluogo pugliese possa partire un messaggio di pace proprio grazie alla figura di san Nicola, attorno alla quale la mia città ha costruito negli anni la propria identità”.

Gesti e parole di comunione tra cattolici e ortodossi mentre il Pontefice, dopo la visita a sorpresa all’ambasciata russa presso la Santa Sede, è impegnato in prima persona nella mediazione per la fine del conflitto. “L’azione di Papa Francesco – ha affermato l’arcivescovo di Mosca e presidente della Conferenza dei vescovi cattolici russi, monsignor Paolo Pezzi – è nella direzione di quanto ha già fatto in passato, come è avvenuto in Sudan e in Colombia. Cioè fare lui il primo passo per muovere i cuori di coloro che sono coinvolti nel conflitto tra la Russia e l’Ucraina. Cambiare le proprie posizioni ed essere aperti alla possibilità di risolvere una situazione non attraverso la guerra, ma con il dialogo”. Il presule ha aggiunto, infine, che “Papa Francesco è sicuramente la persona più ascoltata. Un’altra cosa è se poi ne consegue un comportamento e decisioni che tengano conto di quanto suggerito dal Pontefice”.

@FrancescoGrana

Articolo Precedente

Coronavirus, il bollettino: 38mila casi e 210 morti nelle ultime 24 ore. Calano ancora ricoveri e intensive

next
Articolo Successivo

Milano, in migliaia al corteo contro la guerra in Ucraina. In piazza Duomo cartelli contro Putin e una gigantesca bandiera della pace

next