Sembra oggi più che mai applicabile all’Europa la definizione che a suo tempo il cancelliere austriaco Metternich diede dell’Italia. L’Europa è oggi poco più che un’espressione geografica. Non voglio certo negare l’esistenza di un complesso e costoso apparato di leggi e funzionari, radicato in alcune città come Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo, ma tale costoso e complesso apparato difetta di una propria identità politica ovvero di una propria sovranità. Infatti esso è pressoché totalmente assoggettato a lobby neoliberiste espressione di finanza e industria sul piano interno e a Stati Uniti e Nato su quello internazionale.

E’ principalmente per ribadire tale sudditanza che l’amministrazione statunitense ha intrapreso un rischiosissimo giochetto, dando vita da qualche tempo a una vera e propria guerra psicologica. Fatto sta che da settimane ormai i media occidentali ripetono pappagallescamente che, secondo fonti in genere facenti capo alla CIA o alla stessa Nato, si starebbe preparando sul territorio europeo la guerra più devastante dalla fine della Seconda guerra mondiale. E ovviamente il teatro di questa guerra sarebbe l’Ucraina ma anche tutto il continente europeo, Italia compresa.

Come ho spiegato nel mio ultimo post, Biden ha tutto l’interesse ad amplificare i tamburi di guerra per riprendere a pieno il controllo degli Stati europei, imponendo fra l’altro, per mezzo delle sanzioni, il proprio gas al posto di quello russo, sebbene quest’ultimo sia di gran lunga meno costoso.

Con scarsissimo sprezzo del ridicolo e altrettanto disprezzo dell’intelligenza dei propri lettori, i giornali embedded e allineati totalmente ai desiderata di Washington, primo fra tutti in Italia la Repubblica, ci stanno assillando da varie settimane rivelando che, secondo fonti tenute rigorosamente segrete, la Russia starebbe per lanciare una grande offensiva, che l’ordine di attacco è stato già impartito, che notevoli contingenti di truppe si trovano in prossimità delle frontiera apprestandosi a varcarla, ecc.

Nei fatti abbiamo assistito, invece, a un’escalation di attacchi ucraini contro il Donbass, mediante cannonate ma anche attentati terroristici a base di autobombe. Alla base l’evidente intento del governo ucraino e dell’Occidente nel suo complesso di rinnegare gli accordi di Minsk, che prevedevano una nuova architettura costituzionale che includesse spazi di autonomia per il Donbass russofono. Così come quello di rinnegare gli impegni solennemente assunti nel momento della riunificazione della Germania, oltre trent’anni fa, di non spostare verso Oriente i confini della Nato. Impegni oggi ricordati dalla pubblicazione da parte della rivista “Spiegel” di varie dichiarazioni emesse all’epoca dai principali protagonisti della vicenda.

Sono questi in effetti i due nodi politici della vicenda. E per propri interessi personali e politici il presidente Biden ha deciso di scioglierli così come Alessandro Magno sciolse quello di Gordio. Annientando le repubbliche separatiste da un lato e imponendo l’adesione dell’Ucraina alla Nato dall’altro.

E’ del tutto evidente che la Russia e Putin non possono accettare una simile improvvisa virata a centottanta gradi. La propaganda militarista e guerrafondaia sul presunto attacco russo all’Ucraina nasce da qui. Per questo la Nato e gli Stati Uniti sono pronti alla guerra e i loro imbarazzanti valletti all’interno di media e forze politiche ripetono che la guerra è imminente e che la responsabilità ne ricadrebbe per intero sulla Russia e su Putin.

Tornando all’Europa, occorre capire fino in fondo come la manovra statunitense sia volta ad amplificare fino al parossismo i tamburi di guerra, lasciando peraltro ben acuti e irrisolti i nodi politici di fondo appena evocati (applicazione degli Accordi di Minsk ed estensione della Nato verso Est). Scopo di tale manovra è in ultima analisi ribadire la natura di mera espressione geografica dell’Europa e la sua totale subordinazione a Washington e alla Nato, nel momento in cui sempre più evidente appare la crisi del ruolo guida degli Stati Uniti e l’emergere di una realtà effettivamente multipoolare nell’ambito della comunità internazionale. Obiettivo che stanno a quanto pare raggiungendo, come dimostrano le affermazioni degli attuali sbiaditi personaggi a capo dell’Europa, prima fra tutti l’ex ministra della Difesa tedesca Ursula von der Leyen.

Finché la classe politica europea sarà composta da personaggi di siffatta mediocrità l’Unione europea continuerà ad essere una marionetta del governo statunitense, oltre che delle multinazionali di ogni genere, come dimostrato dalle scandalose posizioni in materia di brevetti sui vaccini. Atlantismo e neoliberismo sono oggi, con ogni evidenza, le due facce della penosa débacle dell’Unione europea. Se, come tutti speriamo, la guerra alla fine non scoppiasse, non sarebbe certo per merito dell’Unione europea, oggi più che mai personaggio in cerca di autore sulla scena internazionale.

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