Cara Susanna Tamaro, vai dove ti porta il vaccino, il cuore lascialo perdere, è solo un muscolo testardo, noioso da quanto è ripetitivo, tum tum e ritum ritum, non sa dire altro, tra l’altro è pure involontario, mentre in una pandemia bisogna seguire la scienza, il cervello che ha studiato le equazioni differenziali e i virus, e la volontà.

Il cuore avrà pure le sue ragioni che la ragione non può comprendere, ma in una pandemia contano le ragioni che il cervello può comprendere, ci si accontenta, non si può avere tutto. Il cuore batte, la scienza controbatte, seguendo fili logici, e in una pandemia siamo tutti appesi a un filo, un filo logico. “Basta con il Green Pass” lo deve dire la scienza, non il cuore.

Le teorie complottiste si autoalimentano, non hanno bisogno di Draghi o di fate o di gnomi. Complimenti per l’immagine dei poliziotti che inseguono nei boschi i cardiopatici, è bello immaginare poliziotti silvestri. Tutte le restrizioni razionali che sono state imposte agli italiani hanno lo scopo di proteggere in primis i più fragili, proprio quei cardiopatici o diabetici di cui lei parla nella sua lettera.

Il non vaccinato o no vax non è un untore manzoniano, è semplicemente un cittadino che non ha fatto il proprio dovere e aggiungo piacere etico: quello di vaccinarsi per proteggere se stesso e gli altri. E ha fatto questa scelta adducendo le motivazioni più strampalate: siero sperimentale, complotti mondiali, Big Pharma, Bill Gates e Mary Poppins. Invece si tratta di un atto di puro egoismo sociale, sono persone che non vanno oltre il proprio zerbino di casa, altro che Alpi e boschi dove lei porta con eleganza il proprio corpo fisico e metafisico. Lei ha così chiara la distinzione tra fisico e metafisico? Invidio le sue certezze, uno scrittore francese diceva che la pelle è la cosa più profonda che abbiamo.

Ecco, per evitare tutte queste lettere, anche la mia, e tutti questi grattacapi, bastava fare una cosa semplicissima: un ago nella pelle. Non in un pagliaio, no, solo nella pelle. Per il bene di tutti. Niente di più facile e di più limpido. Ago, pelle, vaccino. Ecco perché i non vaccinati vanno stigmatizzati, vanno giudicati (moralmente e metafisicamente), e vanno ristretti come un buon caffè.

Forse lei si sente più intelligente del CTS, io no, mi sento spesso stupido, anche più stupido di certe lettere che mi capita di leggere, si figuri, e quindi mi affido ciecamente alle competenze. Qui non si tratta di divinizzare la scienza, ma di rispettare gli ambiti, le professionalità, i corsi di studio e le istituzioni. Sì, mi affido ciecamente alla scienza, del resto l’amore è cieco. E quindi si ritorna al cuore, al suo tanto e amato cuore che non si è mai capito dove volesse andare (nei boschi?), ma forse è meglio così.

Lei dice di avere fatto solo due dosi e di avere conosciuto le delizie dell’esilio perché il suo Green Pass era scaduto da un giorno, che dire? Non è stata previdente, cosa che invece la scienza cerca di fare: prevedere, grazie all’intelligenza e non al cuore, pensi ai tanti personaggi storici che hanno subito l’esilio, dovrebbe sentirsi in buona compagnia ed esserne fiera, un esilio non capita a tutti gli scrittori e ha la mia invidia più sincera.

Lei chiude la sua lettera affermando che un giorno moriremo tutti, mi sembra un’affermazione senza cuore, ma decisamente incontrovertibile, un’affermazione razionale, e per fortuna alla fine anche lei ha detto una cosa razionale: la morte ci livella, tutti, proprio tutti, no vax e pro vax, tutti finiremo in un portacenere, tutti diventeremo polvere, ma io ho ancora tante cose da fare, tanti aperitivi da gustarmi esibendo un bellissimo Green Pass, e per fare questo e permettere questo agli altri, al contrario dei non vaccinati trogloditi, ho deciso di fare una cosa radicalmente semplice e razionale: fidarmi della scienza e dire di sì a un ago nella mia pelle, che poi è la pelle dell’umanità, di tutti noi.

Il momento più bello non era “tana liberi tutti”, ma era quello di nascondersi: “vivi nascosto” diceva Epicuro, e noi dobbiamo nasconderci dal virus, fino a quando gli scienziati, che sono i bambini più agili, ci diranno “tana liberi tutti”, e in fondo, forse, sarà una piccola delusione. Che cosa faremo della nostra libertà? Dove andremo? Andremo dove ci porta il cuore, finalmente.

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