Ennesima puntata della saga Pappalardo-Parenzo sulle frequenze de “La Zanzara” (Radio24), dove il leader del neo-movimento Fronte di Liberazione Nazionale interviene dopoil flop della sua manifestazione a Roma.
L’ex generale, denunciato per manifestazione non preavvisata, viene subito accolto da David Parenzo con una sonora reprimenda: “Chieda scusa a tutte quelle persone che dovevano lavorare e che sono rimaste bloccate per colpa sua. E chieda anche scusa alle forze dell’ordine mobilitate inutilmente per presidiare un poveretto con un Borsalino, con un cappotto cammello taroccato, manco fosse il dottor Sassaroli di ‘Amici miei’, e con un megafono a urlare al suo manipolo di buffoni. Neanche Monicelli l’avrebbe preso per il suo film ‘Vogliamo i colonnelli’. C’erano 20 gradi oggi a Roma e lei si è presentato con un cappotto di cammello per andare a Cortina. Ridicolo. I suoi verbali di arresto sono carta straccia, come i soldi del Monopoli“.

“A questo pover’uomo non rispondo”, commenta Pappalardo che, al solito, grida alla dittatura, si lamenta di non essere mai invitato in tv e snocciola annunci di arresti sparsi.
Nel clou della polemica con Parenzo, si sente in lontananza una voce maschile: “Cruciani, vuoi far star zitto questo qua?”.
Si tratta del vice di Pappalardo, Giuseppe Pino, battezzato da Parenzo ‘Sancho Panza’. Il braccio destro di Pappalardo prima viene invitato pacatamente dal suo capo a soprassedere (“Pino, per cortesia, non dargli confidenza, lascialo morire nella sua ignoranza”), ma qualche minuto dopo viene zittito brutalmente: “Stai zitto, Pino!”.
Dopo diversi minuti di fuoco e fiamme, Cruciani chiede a Pappalardo di poter parlare col suo vice, ma l’ex generale risponde:”Pino non è presente, si è allontanato“.

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