Galileo è stato sfrattato. La sua residenza padovana è stata venduta all’asta giudiziaria, lo scorso 3 febbraio: Palazzo Casale, l’edificio quattrocentesco in stile gotico in via del Santo, nei pressi della basilica di Sant’Antonio, che ha ospitato il padre della scienza moderna dal 1592 al 1601 è stato acquistato da una società immobiliare con sede legale a Milano. Secondo il Corriere della Sera, per una cifra pari a 4 milioni e 800 mila euro, cioè oltre il 40% in meno rispetto al valore originario dell’edificio che Gian Vincenzo Spinelli, il mecenate che aveva accolto Galileo dopo la sua partenza, trasformò nella sede del Presbiterio dei padri dehoniani.

Una funzione “religiosa” che l’edificio ha conservato fino al 2016, quando é stato acquistato dalla Quattrostelle srl, una società immobiliare padovana intenzionata a farne un residence esclusivo. Iniziati anche i lavori di ristrutturazione, però presto interrotti per problemi finanziari della società. Così dopo la messa in liquidazione da parte del giudice e poi la bocciatura della domanda di concordato preventivo, la chiusura coatta. Il Tribunale di Padova ha dichiarato fallita la Quattrostelle e l’edificio è finito in vendita all’asta giudiziaria con un valore iniziale, a gennaio 2020, di 8 milioni e 315 mila euro. Cifra evidentemente eccessiva. Nei primi cinque incanti, nessun compratore. Per questo il prezzo si è praticamente dimezzato. E così ha trovato un compratore. Fine della storia. Della cronaca, anzi.

Ma forse qualche considerazione potrebbe non essere superflua. Già, perché il progetto che era rimasto nel cassetto ritorna prepotentemente. Partendo dallo stato presente, descritto sul portale della Coldwell Banker Commercial, il gruppo che ha ricevuto incarico di Auction Facilitation nella commercializzazione del complesso immobiliare. “Caratterizzato da una notevole esafora costruita proprio sopra il portone d’ingresso, si sviluppa su più piani: terra, primo, ammezzato, secondo e terzo, oltre a due livelli interrati. Si presenta attualmente allo stato grezzo con lavori di ristrutturazione ancora da ultimare, che hanno già consentito di ricavare 21 garage ai piani primo e secondo interrato… il tutto per una superficie commerciale complessiva di mq 280,00 circa”.

Ora l’intervento di recupero di Palazzo Casale prevede la realizzazione di 19 box auto sotterranei, di un’attività commerciale di 330 metri quadri al piano terra e di 12 appartamenti ai piani superiori. Insomma un intervento che non sembra regalare alcuna sorpresa. Anche in questa circostanza, come in tante altre ovunque in Italia, appartamenti. Molto probabilmente “prestigiosi”, ma pur sempre appartamenti. Insomma, case. Che stando al report relativo al 2021 dell’Agenzia delle entrate non si venderebbero con grande facilità, certamente nella zona centrale nel quale si trova Palazzo Casale. Le statistiche del 2020 indicano un -15% rispetto all’anno precedente. Naturale che la pandemia abbia inciso, più che probabile che continui a farlo.

Ma a prescindere dal mercato che avranno gli appartamenti “galileiani”, il problema è un altro. Anzi, il quesito è un altro. Possibile che non vi sia una soluzione diversa che il riutilizzo quasi esclusivamente immobiliare per almeno alcuni degli edifici “storici” disseminati sul territorio italiano? Possibile che l’alternativa all’abbandono sia soltanto il business del mattone?

Il prossimo ottobre si svolgerà a Padova la decima edizione del Galileo Festival della Scienza e Innovazione, promosso dal Comune da ItalyPost. La città, la sua antica Università, sono intimamente legate a Galileo. Nel 2009, proclamato dall’Onu Anno Internazionale dell’Astronomia, si è celebrato il quarto centenario dalle prime osservazioni astronomiche galileiane e Padova, presso la cui Università Galileo Galilei insegnò dal 1592 al 1610, ha ricordato questo rivoluzionario e fondamentale avvenimento. Possibile che Padova, dal 2016 ad ora, non abbia potuto prospettare un’altra soluzione per la casa del suo “eroe”? Peccato sia andata così.

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