Nonostante fosse positivo a Sars-CoV-2 e cosciente di esserlo era comunque andato a lavorare in ufficio. E, sorpreso dai carabinieri del Nas durante un controllo, è stato denunciato. Così ora su Antonio Tisci, direttore generale dell’Arpa Basilicata in quota Fratelli d’Italia, si abbatte una raffica di richieste di dimissioni, avanzate da sindacati, Pd e Lega. Con anche l’appello al presidente della Regione Vito Bardi di intervenire nei suoi confronti se non dovesse fare un passo indietro autonomamente.

Ex consigliere regionale, alla guida dell’Arpab dall’ottobre 2020, Tisci negli ultimi mesi è stato al centro anche di altri scontri e polemiche. E ora finisce di nuovo nell’occhio del ciclone. La Cgil lucana, attraverso il segretario regionale, Angelo Summa, ha chiesto a Bardi “di fare chiarezza sulla vicenda perché è diritto dei cittadini e dei lavoratori venire a conoscenza di tali fatti che, se appurati, sarebbero di una gravità inaudita, ma soprattutto – ha evidenziato Summa – di porre fine a questa pagina, la più buia che ha tratteggiato la gestione dell’Arpab sino ad oggi”.

La richiesta di rimozione di Tisci è stata fatta anche dal segretario regionale della Cisl, Vincenzo Cavallo: “Quanto accaduto non trova alcuna giustificazione e perciò – ha detto Cavallo – sanzionato con la massima celerità e severità poiché ne va della credibilità e della reputazione di un ente che tra i suoi compiti istituzionali ha proprio la tutela della salute dei cittadini”. Per il segretario lucano della Uil, Vincenzo Tortorelli, “non si può tollerare il comportamento”, che risulta “particolarmente grave perché compiuto da responsabile dell’azienda che ha come scopo principale la tutela dell’ambiente e della salute delle persone e quindi anche della salute dei dipendenti”.

I consiglieri regionali del Pd Roberto Cifarelli e Marcello Pittella sottolineano che il comportamento tenuto da Tisci è un perseguibile come “reato” e e si dicono “convinti” che Bardi “rimuoverà il direttore generale dell’Arpab”. Tisci – evidenziano i dem – era “positivo da due giorni e consapevole di esserlo”. Un “atto di irresponsabilità, un reato compiuto non da uno qualsiasi ma da un dirigente pubblico con la funzione di far rispettare le leggi in materia ambientale”, aggiungono. “E questo – concludono i dem – si aggiunge all’ultimissima vicenda nella quale Tisci si è reso protagonista di atteggiamenti e provvedimenti discriminatori nei confronti di un lavoratore e quattro lavoratrici dell’Agenzia, colpevoli di aver espresso un motivato dissenso nel corso di una assemblea sindacale”.

All’attacco anche il gruppo della Lega in Consiglio regionale della Basilicata: “Chi gestisce la cosa pubblica deve essere esempio di moralità e correttezza. Questo, da quanto si apprende dalla stampa, non sarebbe accaduto nel caso di Antonio Tisci, direttore generale dell’Arpab, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Basilicata. In barba alle norme per il contenimento della pandemia, si sarebbe recato sul posto di lavoro, violando l’isolamento” previsto per i positivi al Covid. “Ne abbiamo viste e superate tante, troppe, da quando – è scritto nella nota della Lega – Tisci si è insediato; lo abbiamo difeso finanche al cospetto di una mozione di sfiducia delle opposizioni solo poche settimane fa, ma adesso, se fosse confermata la sua condotta, la misura sarebbe davvero colma. E non resterebbero che le sue dimissioni immediate oppure, in mancanza, la sua rimozione senza esitazione alcuna”.

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