La terza serata di Sanremo Amadeus Ter capita proprio lo stesso giorno del giuramento (bis) di Mattarella e Ama non può esimersi dal ricordarlo, mentre l’orchestra gli dedica Grande, grande, grande. Nello stesso momento ho cominciato a ridere pensando se a giurare giovedì fosse stato Berlusconi. Abbiamo rischiato pure questo!

Ma torniamo alla gara, arriva sul palco Giusy Ferreri. Ma torniamo a Berlusconi.

Ascoltando meglio la canzone di Fabrizio Moro, mi sembra di notare una certa somiglianza con il pezzo Che sia benedetta della Mannoia. In ogni caso, quando canta sto ragazzo mi prende una specie di tristezza cosmica che non so spiegare.

Arriva un momento molto atteso, l’entrata in scena di Drusilla Foer. Già dal primo istante, si capisce di che pasta è fatto questo straordinario artista che risponde al nome di Gianluca Gori, mente brillante che ha dato vita al personaggio di questa aristocratica donna fiorentina di mezza età. Padronanza del palco, fascino e talento a vagonate, mescolati ad un’ironia pungente. Finalmente stasera abbiamo una co conduttrice degna di questo nome che introduce impeccabilmente Massimo Ranieri. Meno emozionata della volta precedente, la voce di Massimo questa sera regge meglio la difficile canzone che porta in gara, ma non è abbastanza. E vabbè, alla fine a Ranieri si perdona tutto.

Bisogna ammettere che questa terza serata ha uno spessore decisamente maggiore rispetto alle altre due. Sarà per Drusilla e la classe che precede ogni suo gesto, sarà per la scelta degli ospiti, ma stasera si ha davvero l’impressione di assistere al vero servizio pubblico, quello che l’Italia meriterebbe di avere sempre.

Cesare Cremonini è il primo super ospite della serata ad incantare l’Ariston. Festeggia a Sanremo i suoi vent’anni di carriera e noi ragazze degli anni Novanta, che ce lo ricordiamo quando cantava nei Lunapop e sembrava Mirko dei Beehive, ci troviamo davanti un cantautore di successo senza ciuffo rosso e con tanto talento.

Intanto un fragoroso applauso anticipa l’ingresso di Mahmood e Blanco e il podio sembra sempre più una certezza. Ma il vero colpo di teatro lo fa Drusilla, che scende le scale vestita da Zorro con baffi annessi “Volevo tranquillizzare tutti quelli che avevano paura di un uomo en travestì. Così mi sono travestita”. Direi che non c’è molto altro da dire, se non che grazie a Drusilla Foer, Amadeus quest’anno s’è portato a casa il Festival alla grande.

Menzione davvero speciale per Michele Bravi e la sua dolcezza, che è riuscita a commuovere persino la Foer “Drusilla, sono felicissimo che tu sia qui – le ha detto sorridendo -La tua presenza racconta proprio la meritocrazia!”. Nulla di più vero.

Roberto Saviano è il secondo ospite della serata, che in occasione del trentennale delle stragi di Falcone e Borsellino, ricorda Rita Atria testimone di giustizia morta suicida a 17 anni dopo la strage di via D’Amelio. Lo avevo detto che stasera il livello era alto. Così alto che parrebbe giusto menzionare la nostra Orietta Berti, questa sera vestita da piumino da cipria giallo. Si vola altissimo.

La co conduttrice Drusilla Foer ci regala un’altra perla preziosa. Presenta la Zanicchi e quest’ultima le chiede “Ma quanto sei alta?!”, la risposta arriva tempestiva “Più di te”. Al che la signora Iva, credendo di essere simpatica, ironizza sulle dotazioni maschili della Foer e ribatte “Hai anche altre cose più di me”. Drusilla non si scompone troppo e butta lì un “Sono colta”. Sanremo potrebbe anche finire qui.

Ma me lo aspettavo, doveva arrivare il momento di scontare le due serate precedenti finite ad un orario decente: all’una e dieci rimangono ancora tre canzoni da ascoltare. Ma ciò che arriva dopo, vale l’attesa. Drusilla Foer prende finalmente posto al centro del palco e ci regala un monologo sul valore dell’unicità di ognuno di noi e sulla necessità di accettare prima le nostre unicità e poi quelle degli altri.

In questo modo e solo così sarà possibile capirsi e uscire da tutti i pregiudizi di cui troppo spesso siamo schiavi “Il più grande atto rivoluzionario che si possa fare oggi è l’ascolto. L’ascolto di sé stessi, delle unicità e l’ascolto degli altri. Ascoltiamoci, confrontiamoci anche per essere certi che le nostre convinzioni non siano delle convenzioni”. Poi, da grande artista qual è, intona una canzone e saluta il pubblico. In certi casi, la cosa migliore da dire è solo Grazie.

E’ l’una e 45, ma che ci vuoi fare?! Vado a dormire stanca, ma contenta.

Articolo Precedente

Sanremo 2022, gli ascolti della terza serata: ancora boom per Amadeus, 54,1% di share. Il picco durante l’esibizione di Irama

next
Articolo Successivo

Che Tempo Che Fa, Papa Francesco ospite di Fabio Fazio domenica 6 febbraio

next