La vicenda di Ginevra, bimba di due anni morta a causa di una grave insufficienza respiratoria dovuta al Covid, deve far riflettere sulla “mancanza nella nostra regione di un piano organico per la gestione dell’emergenza urgenza in età pediatrica e della mancata attivazione di un’unità operativa complessa di terapia intensiva pediatrica regionale”. Domenico Minasi, presidente della sezione calabrese della società di Pediatria e primario a Reggio Calabria, intervistato dal Corriere della Calabria ha commentato così la tragedia della bambina morta a Roma dopo il trasferimento con un volo C- 130J dell’Aeronautica Militare.

La bambina era stata inizialmente ricoverata a Catanzaro e subito dopo trasferita in volo fino a Roma, all’ospedale Bambino Gesù. Le sue condizioni erano però troppo gravi e non è stato possibile salvarla. Dalle pagine del quotidiano locale, Minasi cita l’accordo Stato – Regione del dicembre 2017 e precisa come fosse stata “autorizzata l’attivazione nella regione Calabria di una unità operativa di terapia intensiva” e ricorda come fosse stabilito l’avvio “di alcuni posti nella terapia neonatale dell’ospedale di Cosenza”. Però, prosegue Minasi, questi stessi posti destinati ai bambini sono stati in seguito trasferiti nella terapia intensiva dell’adulto.

Il paziente pediatrico ha tuttavia bisogno di alcuni trattamenti specifici. In alternativa, i bambini vengono trasportati in altre regioni: è questo il caso di Ginevra. Raggiunto anche da Repubblica, il medico ha sottolineato che “il 65% delle diagnosi dei pazienti pediatrici che poi migrano” si fa proprio in Calabria. Perciò ritiene sia necessaria una “riorganizzazione dell’intera rete assistenziale pediatrica” della Regione, dando un’attenzione più approfondita al settore.

In serata Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, ha precisato che “non è vero che la Regione Calabria non ha posti di terapia intensiva pediatrica. Presso l’ospedale di Cosenza ci sono 6 posti letto attualmente attivi: 4 per bambini con peso oltre i dieci chili, e 2 per bambini con un peso inferiore”.

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