Marelli ha annunciato 550 esuberi in tutta Italia tra impiegati, quadri e diretti. Lo ha reso noto l’azienda ai sindacati in un incontro che si è svolto in videoconferenza. I piani aziendali, si legge in una nota della società, sono mirati a garantire una presenza sostenibile delle attività italiane, alla luce delle condizioni particolarmente avverse di mercato degli ultimi anni. Marelli conferma “l’impegno a individuare soluzioni sostenibili a livello economico e sociale per l’azienda e i suoi dipendenti” e spiega che “intende ricorrere esclusivamente a strumenti di tipo volontaristico, lavorando con le organizzazioni sindacali per costruire un percorso condiviso”. Il piano illustrato ai sindacati prevedrebbe 350 destinatari di accordi di prepensionamento e 200 di incentivi all’esodo, da attuare entro giugno.

L’azienda conferma l’impegno a realizzare un piano di investimenti di oltre 77 milioni nel 2022 “nonostante le condizioni avverse del mercato automotive e la riduzione dei volumi dei clienti, ulteriormente aggravate da fenomeni senza precedenti verificatisi a livello globale negli ultimi anni, quali la pandemia Covid-19, la carenza di semiconduttori e i drastici rincari dei prezzi dell’energia“. “Oltre che alla volontà di salvaguardare la presenza in Italia – spiega l’azienda – il piano risponde alla necessità di riorganizzare in maniera più efficiente e sostenibile la struttura aziendale, riducendone i costi fissi e ridefinendo gli organici delle funzioni di staff, mitigando al contempo le ricadute sociali delle scelte rese necessarie dalle condizioni di mercato”.

I sindacati, per parte loro, hanno espresso la loro disponibilità ad aprire un confronto. “È evidente – si legge in una nota congiunta di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM e Aqcfrche – che l’atteggiamento impassibile del Governo sta mettendo a dura prova la tenuta di un intero settore. C’è bisogno urgente di avviare il tavolo sull’automotive per aprire il confronto su come affrontare la transizione tecnologica”. Quello che la Direzione aziendale ha chiamato “piano salvaguardia Marelli”, rilevano i sindacati, “prevede anche una riduzione del personale entro giugno di 550 dipendenti su un totale in Italia di 7.900 occupati, circa il 12% dei 4661, tra dirigenti, quadri, impiegati e operai così detti indiretti, vale a dire non addetti alla produzione”.

Per quanto concerne il mercato di riferimento, rilevano i sindacati, “a pesare non è solo il calo delle vendite di auto che anche nel 2022 resterà inferiore ai livelli pre-covid, ma anche la riduzione della produzione, la crisi di approvvigionamento dei microchip e il forte rincaro delle materie prime e dell’energia. In ogni caso nel 2022 ci saranno 77 milioni di euro di investimenti che però non bastano ad affrontare la transizione in particolare negli stabilimenti legati a prodotti di motori endotermici”. La direzione di Marelli per reagire alla difficoltà, sottolineano i sindacati, “ha dichiarato che procederà innanzitutto con la semplificazione delle strutture, anche passando da 10 business unit a 6 divisioni, così da abbatterne i costi a un livello paragonabile alla concorrenza. Inoltre ha dichiarato la necessità di perseguire una grande flessibilità e di ridurre i costi di consulenze esterne”.

Articolo Precedente

Bosch, 700 esuberi nello stabilimento di Bari entro 5 anni. I sindacati: “Così è a rischio la sopravvivenza stessa della fabbrica”

next