A volte, per capire cosa accade nei palazzi della politica, conviene fuggire dalla pazza folla. Così, mentre tutti stanno a Montecitorio a votare e seguire lo spoglio delle schede, meglio fare due passi verso Palazzo Madama. Qui, nel bellissimo ristorante stile liberty, l’atmosfera rarefatta e silenziosa, le luci soffuse, i senatori si rilassano e si lasciano andare a confidenze. Così, eccone uno di Forza Italia. “Vede, qui la Casellati non la votano nemmeno molti di noi. Fin dalla sua elezione, nel 2018, Anna Maria Bernini (capogruppo al Senato, ndr) gliel’ha giurata. In più mettiamoci che è indigesta anche a buona parte di Pd e 5 Stelle: faccia lei i suoi conti”, racconta il senatore forzista sotto promessa dell’anonimato.

Tocca dunque fare un salto indietro nel tempo, al 24 marzo 2018, quando Casellati venne eletta alla presidenza del Senato, ma Matteo Salvini aveva tentato il colpaccio di eleggere Bernini. Una fuga in avanti che fece infuriare Silvio Berlusconi, che invece indicò Casellati accordandosi con Pd e 5 Stelle. Ma tra le due l’astio rimase e in questi anni, con Bernini capogruppo forzista, non si è sopito. Anzi, il rapporto tra le due semmai è peggiorato. “La mossa di Salvini non l’ho capita”, continua il senatore azzurro, “prima dici di voler trattare, dialogare con tutti, proponi addirittura un tavolo con l’opposizione, e poi butti tra i piedi di Pd e 5 Stelle la bomba Casellati? Una bomba che, mi sembra, gli è scoppiata tra le mani”. Insomma, da quel che trapela dalle chiacchiere parlamentari, “se Casellati poteva essere spesa, non era questo il modo, con la seconda carica dello Stato gettata nella mischia come candidata di parte. Forse solo Conte l’avrebbe votata convinto, ma l’ex premier voterebbe chiunque purché non sia Draghi”.

Così si ricomincia e solo giovedì mattina il centrodestra deciderà cosa votare alla quarta consultazione, quella in cui si inizia a fare sul serio, con il quorum che si abbassa alla maggioranza assoluta. Ieri, intanto, le fibrillazioni nella coalizione sono andate avanti per tutto il giorno. I 114 voti ottenuti di Guido Crosetto, 51 in più rispetto ai grandi elettori di Fratelli d’Italia, sono un segnale di estremo nervosismo. “Meloni ha voluto mandare un messaggio a Salvini: guarda che ci siamo anche noi, non sei solo tu il mazziere. E qui bisogna iniziare a mettere nei nomi sul tappeto”, confida un esponente meloniano. Ma voti a Crosetto, forse per stima personale o dare una scossa, sono arrivati anche da pentastellati e leghisti. Dall’entourage di Meloni, però, trapela che Fdi già domani vorrebbe che il centrodestra iniziasse a confrontarsi su un nome della rosa messa in campo: Marcello Pera, Carlo Nordio (che lei voleva votare già alla terza) o Letizia Moratti.

Detto questo, le opzioni in campo al momento restano tre: Mario Draghi, Pierferdinando Casini e Mattarella bis. “Per come si sono messe le cose, si sta scivolando ancora verso Draghi, anche se lui è il peggior nemico di sé stesso. Se non avesse fatto intuire le sue ambizioni e lunedì non avesse aperto le consultazioni per sé stesso, poteva essere in campo già alla quarta. Ora, invece, dovrà aspettare”, continua il senatore forzista al ristorante di Palazzo Madama. Che su un pezzo di carta scrive: “Draghi 60 per cento, Mattarella al 25, Casini al 15. Ma dopo lo strappo su Casellati la situazione va fatta un minimo decantare. Perché se entriamo nella fase in cui nessuno si fida più di nessun altro, non ne usciamo…”. Alla Camera, intanto, un altro forzista, Andrea Ruggieri, sbuffa: “Qui deve tornare in campo Berlusconi. Aspettiamo un altro paio di votazioni, poi dev’essere lui a estrarre il coniglio dal cilindro e indicare Draghi o Casini”. Sempre che, nel frattempo, il coniglio non lo estragga Salvini. Ieri nel tardo pomeriggio si è diffusa la voce che il Capitano fosse a casa di Sabino Cassese (che negli ultimi anni ha avuto qualche simpatia per Matteo Renzi). Poco dopo è arrivata la smentita della Lega, ma però che qualcuno abbia fatto circolare la notizia è un segnale. “Salvini domani proporrà altri nomi oltre alla rosa…”, dicono dal Pd. Che ci sia anche Cassese?

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