Inizierà il 7 aprile il processo nei confronti di quattro donne e dell’ex autista di Gianpaolo Tarantini, accusati di aver mentito ai magistrati che indagavano sulle feste a base di sesso dell’ex premier Silvio Berlusconi. Si tratta di Vanessa Di Meglio, Sonia Carpentone, Roberta Nigro, Barbara Montereale e Bernardino Mastromarco: per tutti l’accusa è di falsa testimonianza. Le quattro donne hanno testimoniato al processo di primo grado che portò alla condanna di Tarantini negando di essersi prostituite e di essere state poi pagate da Berlusconi per quelle prestazioni. A smentirle, secondo l’accusa rappresentata dal pm Marco D’agostino, il confronto tra le intercettazioni telefoniche tra Gianpi e le donne, nonché le dichiarazioni che le stesse avevano rilasciato in fase di indagini e poi confermato nel corso del processo di primo grado che portò alla condanna di Tarantini. Il 13 novembre 2015, con la sentenza che chiuse il primo grado di giudizio, il tribunale dispose la trasmissione degli atti alla procura per valutare la posizione delle donne: gli inquirenti aprirono così un nuovo procedimento che questa volta le vedeva indagate. La Procura ha così chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio, disposto dal giudice per le udienze preliminari Rossana De Cristofaro.

Sarà quindi un nuovo processo a stabilire come sostiene l’accusa se davvero le quattro donne si prostituirono o meno con il leader di Forza Italia che oggi il centrodestra vuole candidare alla Presidenza della Repubblica. Una decisione che arriva a quattro giorni dall’udienza che vede come imputato lo stesso Berlusconi, accusato di aver pagato Tarantini affinché mentisse ai magistrati sulla vera natura di quelle serate. Un processo che si terrà sostanzialmente in concomitanza con i colloqui che precedono l’elezione del nuovo inquilino del Quirinale e nel quale – secondo molti – i legali di Berlusconi presenteranno un’istanza di rinvio proprio in vista dell’elezione. Il rinvio sarebbe l’ultimo di una lunga serie: a distanza di 12 anni da quelle serate, infatti, il processo non è neppure giunto a una sentenza di secondo grado. Oltre all’emergenza Covid e ai problemi del Palazzo di Giustizia di Bari che hanno causato lo slittamento di numerose udienze, la difesa di Berlusconi ha chiesto e ottenuto nel corso di questi anni rinvii per motivi di salute, ma anche elettorali. Come quella di gennaio 2018, quando i difensori chiesero e ottennero un rinvio di ben sette mesi perché la decisione del giudice di rinviare a giudizio o prosciogliere il leader di FI, avrebbe potuto influenzare le elezioni politiche del 4 marzo successivo. Oppure quella del 4 marzo 2019 rinviata di due mesi in vista delle elezioni europee che portò l’ex premier a Strasburgo.

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