Superare il sistema dei colori ora che il Super Green pass è obbligatorio in molti ambiti. Le Regioni, ma non c’è nessuna richiesta ufficiale, starebbero pensando di chiedere al governo di andare oltre la modalità e i criteri che porta alla valutazione con cui si decide quali restrizioni si dovranno rispettare in base ai parametri sanitari. Con l’introduzione della certificazione relativa alla sola vaccinazione ormai in diversi ambiti della vita sociale e lavorativa, i tempi potrebbero essere sono maturi, secondo i governatori, per andare oltre il meccanismo: l’obiettivo sarebbe di di garantire la massima possibilità di spostamento e la tutela delle attività economiche, evitando chiusure.L’orientamento delle Regioni, che nella prossima Conferenza dei governatori si riuniranno per discutere di una serie di temi sulle misure anti-Covid ed eventuali proposte da avanzare al Governo, potrebbe essere proprio questo.

Le Regioni chiederebbero di avanzare la richiesta al Cts di alzare all’80% la capienza nei mezzi del trasporto pubblico locale anche in zona arancione, invece dell’attuale 50%. Un parametro deciso perché l’affollamento su autobus e metro viene considerato rischioso, anche per viaggiare ora bisogna indossare le mascherine Ffp2. Secondo i governatori, “con le scuole in presenza e il minor utilizzo dello smart working rispetto allo scorso anno, non si è in grado di portare studenti e lavoratori a scuola e sul posto di lavoro, vista l’attuale percentuale del 50%”. Ma il confronto potrebbe appunto coinvolgere nuovamente le regole su quarantene, Green pass, tamponi e competenze su ordinanze di sospensione delle attività in presenza nelle scuole. Quando il governatore della Campania, Vicenzo De Luca, la scorsa settimana ha ordinato che le scuole non riaprissero, terminate le vacanze natalizie, il governo ha impugnato l’ordinanza davanti al Tar che l’ha annullata.

Una spinta in avanti in questo senso che si era intuita già dalla dichiarazioni dei governatori di Lazio ed Emilia-Romagna. Incassato il no del Comitato tecnico scientifico al cambio nel conteggio dei ricoverati positivi arrivati in ospedale per altre patologie, con tanto di tirata di orecchie dell’Istituto superiore di Sanità, le Regioni non si sono arrese. L’Emilia-Romagna di Stefano Bonaccini e il Lazio di Nicola Zingaretti sono state le prime due a mettere in pratica – o a chi chiedere – uno sfoltimento delle adempienze per chi viene contagiato con il ciclo di vaccinazione completo. Il presidente emiliano aveva anticipato ieri che “visto l’altissimo numero di asintomatici”, questi vanno trattati “in maniera diversa da quanto fatto fino a oggi per non mandare in tilt il sistema di tracciamento”. La soluzione? L’autotesting: in Emilia-Romagna basterà fare un tampone antigenico rapido a casa, dopo averlo acquistato esclusivamente in farmacia, e caricare online il risultato per far scattare un isolamento al termine del quale, attraverso un altro test fai-da-te negativo, il contagiato potrà tornare libero. La ragione, ha spiegato Bonaccini, è quella di “sgravare il lavoro micidiale che devono sopportare le Asl e le farmacie”. Il tutto nell’ottica di una “fase nuova” nella quale “servono semplificazioni”.

La stessa linea è condivisa da Zingaretti, che chiede l’intervento del Cts per cambiare le regole di uscita dall’isolamento. La proposta del presidente del Lazio prevede che i positivi asintomatici dopo 5 giorni di isolamento, in assenza di sintomi, siano liberi di uscire di casa, anche senza tampone e certificato di guarigione. “Tutto si fonda – ha spiegato Zingaretti in una lettera al Corriere della Sera – sul convincimento che un asintomatico, dopo l’incubazione e i primissimi giorni dall’esito positivo del tampone, non è più contagioso. Il Comitato scientifico sia investito di questo tema e se la valutazione fosse confermata e positiva, sempre completato il ciclo vaccinale, lo potremmo fare”. La proposta, in sostanza, ricalca la decisione presa dagli Stati Uniti e supera quanto invece si appresta a fare il Regno Unito dove l’uscita dall’isolamento sarà possibile dopo 6 giorni con due tamponi rapidi negativi.

Neanche tre settimane il Cts era stato interpellato sulla modifica delle quarantene dei contatti stretti di un positivo e il suo parere era stato ampiamente superato dal governo, con un allentamento molto più importante rispetto a quanto suggerito dal comitato che dovrebbe supportare le scelte politiche con una raccomandazione scientifica. Nelle scorse ore, invece, rispondendo alla richiesta delle Regioni di rendere settimanale il bollettino e cambiare il conteggio dei ricoverati asintomatici che risultano positivi al tampone al momento del ricovero, il Comitato tecnico scientifico aveva gelato i governatori prendendo una posizione nettamente contraria all’ipotesi di scomputare i dati. Giovedì era stato l’Istituto Superiore di Sanità a spiegare come cambiare bollettino e conteggi avrebbe rischiato di far perdere di vista l’andamento della pandemia.

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